Regia di William Peter Blatty vedi scheda film
Rivisto dopo anni questo film mi coinvolge e affascina tuttora. I puristi e gran parte della critica di allora non lesinarono giudizi più o meno negativi e circolò quasi inosservato nelle sale. Io però resto dell'opinione che sono diversi i pregi di questa pellicola, certo sproporzionata nei fini e comunque disseminata di lacune. Blatty ha ripercorso alcuni dei temi che aveva inserito nello script dell'esorcista (la fede, in primis), si è divertito nel dissertare di tutto ciò che gli veniva in mente (il film sembra una lunga seduta di terapia di gruppo) senza badare alla verosimiglianza dei dialoghi e di chi li pronuncia, ha voluto inserirci un finale accomodante, sicuramente molto personale (vedi la scena finale dell'esorcista con la bimba che guarda fiduciosa il collarino del prete) che in fin dei conti ha attenuato la durezza di fondo del film.
Tuttavia alcuni dialoghi restano memorabili (uno su tutti quello finale tra kane e cutshaw, ma diversi altri), un' ambientazione oscura e tempestosa bella ed in tema, una scena che trasfigura molti dei dubbi religiosi in voga allora come oggi (l'astronauta di fronte al cristo crocefisso) estremamente efficace, un' unica scena action tesa e dura come poche, una audio profondo e coinvolgente con un doppiaggio notevolissimo, e non ultima l'interpretazione di un gruppo di grandi e sottovalutati caratteristi che restano indelebili almeno nella mia memoria ( un intenso e bellissimo Wilson, ultimamente visto in alcune stagioni di TWD, un Keach coinvolgente e misterioso, il Miller indimenticabile prete nell'esorcista) che insieme sono il valore aggiunto e meritatamente.
Nel complesso un film da vedere e di cui accettare il messaggio finale che pone fine anche se in maniera semplicistica ma liberatoria alle tante domande poste dai protagonisti (e dagli spettatori). Molto meglio della tantissima paccottiglia che circola in tv come al cinema.
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