Regia di William Peter Blatty vedi scheda film
Negli Stati Uniti, un castello tedesco ricostruito in modo certosino da ricchi possidenti, viene trasformato in un ospedale psichiatrico ove curare un manipolo di ufficiali vittime di disturbi psicotici post guerra del Vietnan. Responsabile del processo di cura e dei rapporti con i pazienti è il peculiare colonnello Vincent Kane (Stacy Keach), che si interessa soprattutto al caso del tenente Reno (Jason Miller) e a quello del captano Billy Cutshaw (Scott Wilson).
Kane utilizza metodi stravaganti che paiono apportare miglioramenti al disagio dei vari pazienti, ma la situazione di calma apparentemente si rimette completamente in discussione, soprattutto quando i pazienti vengono messi al corrente che il folle colonnello medico cela l'identità di un eroe del Vietnam conosciuto come 'Killer Kane', noto per le stragi di nemici compiute sul campo di battaglia.
La nona configurazione è lo stravagante e confusionario, avveniristico e curioso esordio in regia di William Peter Blatty, controverso scrittore, sceneggiatore,
regista e produttore cinematografico la cui fama internazionale è indissolubilmente legata al romanzo horror
notissimo intitolato L'esorcista, da cui venne tratto il film omonimo di cui lui stesso scrisse la sceneggiatura, per la regia illustre di William Friedkin.
Vincitore nel 1981 del Golden Globe per la Migliore Sceneggiatura, La nona configurazione è un film insieme farraginoso e geniale che, specie nella sua prima parte, riesce a suscitare un certo interesse proprio grazie alla storia assurda e originale che ne sta alla base.
Il film ambisce a studiare la follia cercando di entrare nella mente di personaggi travolti da troppo orrore ed eccessiva violenza, come accade a molti soldati nella sanguinosa missione vietnamita degli Usa nei '70.
Verboso, colmo di digressioni filosofiche sulla controversa natura umana, e un po' ostico da seguire, La nona configurazione può tuttavia avvalersi e giovarsi dell'area maledetta che è sempre circolata sul suo autore e regista, restando, almeno in parte, un'opera affascinante per quanto controversa e sconclusionata in grado di lanciare un messaggio contro i traumi che derivano dai molti massacri inutili che spesso gli interventi militari causano sulla popolazione e sui militari costretti a prendervi parte.
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