In un castello, utilizzato dall'esercito per il recupero mentale dei reduci dal Vietnam, arriva il nuovo medico Kane. Kane ama Jung, il teatro e usa gli psicodrammi per curare i suoi pazienti. Solo più tardi si scopre che, in realtà, anche Kane è un soldato sconvolto dagli orrori della guerra, un soldato così feroce da meritare il nome di "Killer Kane". Blatty, Oscar per la sceneggiatura de L'esorcista, esordisce alla regia con un film pretenzioso, infarcito di simboli religiosi, argomentazioni teologiche e banalità generiche. Keach ha una discreta faccia da maniaco e la sequenza del bar non è male, ma non basta.
Negli Stati Uniti, un castello tedesco ricostruito in modo certosino da ricchi possidenti, viene trasformato in un ospedale psichiatrico ove curare un manipolo di ufficiali vittime di disturbi psicotici post guerra del Vietnan. Responsabile del processo di cura e dei rapporti con i pazienti è il peculiare colonnello Vincent Kane (Stacy Keach), che si interessa soprattutto al caso del… leggi tutto
Secondo capitolo di un’ideale trilogia sui massimi sistemi (che include L’Esorcista e Legion) è opera da maneggiare con cura poiché tanto a rischio di sopravvalutazione che di svaluta. La messa in scena di Blatty riesce a restituire la cognizione di un male inalienabile (il peccato?) origine tanto dell’atomismo esistenziale quanto del caos, dove, all’essenza… leggi tutto
Pomposo e pretenzioso film sulla follia, che permette a Blatty di presentare personaggi che discutono in libertà, senza script e regia, condannando alla noia mortale lo spettatore. Orrendo, una vera tortura. E pensare che qualcuno avrà persino pensato che fosse un film “impegnato”… Al rogo! Al rogo! leggi tutto
Negli Stati Uniti, un castello tedesco ricostruito in modo certosino da ricchi possidenti, viene trasformato in un ospedale psichiatrico ove curare un manipolo di ufficiali vittime di disturbi psicotici post guerra del Vietnan. Responsabile del processo di cura e dei rapporti con i pazienti è il peculiare colonnello Vincent Kane (Stacy Keach), che si interessa soprattutto al caso del…
Rivisto dopo anni questo film mi coinvolge e affascina tuttora. I puristi e gran parte della critica di allora non lesinarono giudizi più o meno negativi e circolò quasi inosservato nelle sale. Io però resto dell'opinione che sono diversi i pregi di questa pellicola, certo sproporzionata nei fini e comunque disseminata di lacune. Blatty ha ripercorso alcuni dei temi che…
Secondo capitolo di un’ideale trilogia sui massimi sistemi (che include L’Esorcista e Legion) è opera da maneggiare con cura poiché tanto a rischio di sopravvalutazione che di svaluta. La messa in scena di Blatty riesce a restituire la cognizione di un male inalienabile (il peccato?) origine tanto dell’atomismo esistenziale quanto del caos, dove, all’essenza…
Pomposo e pretenzioso film sulla follia, che permette a Blatty di presentare personaggi che discutono in libertà, senza script e regia, condannando alla noia mortale lo spettatore. Orrendo, una vera tortura. E pensare che qualcuno avrà persino pensato che fosse un film “impegnato”… Al rogo! Al rogo!
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Commenti (1) vedi tutti
L'espressione incredula di Stacy Keach, per tutta la durata del film, equivale a quella dello spettatore.
commento di movieman