Regia di Hun Jang vedi scheda film
Il Cinema della Corea Del Sud, difficilmente delude. Seppure concentrato spesso sul film di "vendetta", con storie potenti, fra il noir e l'action movie di qualità, in questo caso, invece, riesce ad incantare pure con un film di guerra. Hun Jang parla della Guerra di Corea, 1950-1953, in cui si fronteggiarono gli eserciti del sud e del nord comunista, fino a determinare i confini che ancora oggi, a fatica, dividono i due paesi. Una guerra che ha segnato, ovviamente, una generazione, che ha diviso un popolo in nome di ideologie superate e d'interessi superiori. Raccontato dal punto di vista di due amici, del sud, che si rincontrano, per motivi diversi, sulla linea del fronte orientale, il film descrive con grande potenza, con scene di battaglia strepitose, tutta l'assurdità di una guerra in cui "vince solo chi resta vivo". Una collina, dal simbolico nome di Aerok, (che letta al contrario dà il nome di Korea), contesa fra i due eserciti, conquistata e perduta alternativamente, con tutto il carico di morte e disperazione che ne consegue, fino all'ultima, folle, battaglia, a 12 ore esatte dall'armistizio. Attorno, le vicende di uomini e ragazzi, di capitani ciecamente obbedienti ai voleri superiori, di gesti d'amicizia e fratellanza fra i soldati dei due eserciti, uniti, se non altro, dalla stessa domanda "per cosa combattiamo?". Ma la guerra esige il suo tributo di sangue e Hun Jang lo sa bene, non concedendo nulla al facile patriottismo, anzi cercando di rappresentare l'esercito del nord in maniera molto simile a quello del sud. Dove mancava "Fury", il film di guerra americano di prossima uscita, arriva questo "Go-Ji-Jeon" e lo spazza via senza pietà. Grande Cinema, di guerra, di genere, ma con molta anima e forza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta