Regia di Ole Endresen vedi scheda film
Algida ironia nordica, eccentrica e ostentatamente deprimente, comicità caricaturale di grana grossa alla Ben Stiller (ispirata soprattutto a Palle al balzo - Dodgeball e Zoolander), rimandi tematici a Kingpin dei fratelli Farrelly, citazioni sin troppo esplicite da Il grande Lebowski e Le avventure acquatiche di Steve Zissou, scenari esistenziali, musicali ed estetici che scimmiottano il cinema indie americano, voce narrante con piglio documentaristico, arredamenti usciti dalle collezioni più lisergiche di Barbie e un campionario di personaggi dalla bruttezza estetica e umana inarrivabile. La centrifuga è chiaramente la cifra stilistica di questa commedia demenziale sportiva norvegese, che gioca con l’epica in minore del curling (dei suoi gesti, rituali e interpreti diversamente atletici) e la voglia di fuga dalla medietà desolante del protagonista: un cinquantenne costretto ad abbandonare il suo amato sport per colpa di un disordine ossessivo-compulsivo della personalità. Stanco della moglie e delle medicine, molla tutto. Sulla sua strada si imbatte in uno sterminato campionario di idioti senza speranze, in una donna stramba, che pare addirittura amarlo, e nell’occasione per tornare a vincere. Si sorride a denti stretti, ci si adagia sul facile esotismo delle vicende e si plaude il minutaggio contenuto, ma tutto è davvero troppo facile, meccanico e scontato.
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