Regia di Ben Affleck vedi scheda film
Teheran, novembre 1979: sei membri dell’ambasciata americana, presa d’assalto dai rivoluzionari, si rifugiano in casa dell’ambasciatore del Canada; per farli uscire dal paese viene escogitato un piano basato non sulla forza ma sull’astuzia, che prevede una strana alleanza in stile Sesso & potere fra la CIA e Hollywood e la finta realizzazione di uno scalcinato clone di Star wars. La didascalia iniziale dichiara prudentemente che il film è (solo) basato su fatti reali: e in effetti è difficile credere che le cose siano andate veramente così, con una missione annullata e riaperta all’ultimo momento e una corsa fra aereo e camionette sulla pista di decollo. In fondo c’è il solito trionfalismo a stelle e strisce, che cerca sempre di trasformare le sconfitte in vittorie, ma in questo caso lo si può digerire: un po’ per una prima parte ludica e rilassata, con i due cineasti cialtroni John Goodman (che sembra quello di Matinée) e Alan Arkin (“Hai paura degli ayatollah? Vedrai il sindacato scrittori”); un po’ perché non si omette di ricordare che l’ex scià, fedele alleato USA, era un gran fetente né che l’amministrazione Carter si preoccupava soprattutto dei sondaggi elettorali; un po’ per una seconda parte tesissima e adrenalinica, dove si fa il tifo per i nostri come ai vecchi tempi. Magari potevano essere approfondite meglio le dinamiche interne al gruppo dei prigionieri, che si limitano a fare i topi in trappola spaventati, ma pazienza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta