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Argo

Regia di Ben Affleck vedi scheda film

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Lord Holy

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La recensione su Argo

di Lord Holy
8 stelle

Mi era sfuggito, lo ammetto. Pertanto stavolta occorre che io riconosca almeno questo pregio della cerimonia degli Oscar, avendo riportato alla mia attenzione questo film. Adattamento del libro The Master of Disguise di Tony Mendez e dell'articolo The Great Escape di Joshuah Berman pubblicato sul magazine Wired, entrambi inerenti un fatto realmente accaduto a Teheran durante la rivoluzione iraniana del 1979 e denominato Canadian Caper, l'opera terza di Ben Affleck soddisfa appieno quelle che erano le mie aspettative, pure abbastanza alte perché fomentate dalla curiosità dettata dagli elogi ricevuti. Sono lieto di non esserne rimasto deluso, tanto da non esitare nel suggerirne convintamente la visione.
La sceneggiatura è robusta, valida, e ben orchestra il generale tono drammatico con qualche momento più leggero di ilarità. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questi ultimi non appaiono affatto fuori luogo. Anzi, sono dell'avviso che contribuiscano a rendere meno deprimente e più cinematografico il quadro complessivo. Non trattandosi di un documentario, infatti, l'operazione è legittima e lecita, così come le probabili divergenze e invenzioni rispetto alla vera storia oppure l'esaltazione di quell'ansia che è tipica di un qualsiasi thriller degno di questo nome. Dei personaggi, tutti ben costruiti, sottolineo come funzionino più in veste corale che presi singolarmente, con la sola eccezione rappresentata dalla coppia Alan Arkin (Lester Siegel) e John Goodman (John Chambers), due vulcani di carisma nel rubare la scena e non lasciare spazio a nessuno.
Fiore all'occhiello è infine la colonna sonora di Alexandre Desplat, che vale una menzione speciale. Il copione fornisce l'intensità di contenuto e l'efficacia del dialogo. La direzione imprime il giusto ritmo e carica la narrazione di una tensione costante. Ma è la musica a conferire l'anima e il più sincero, immediato, trasporto emotivo. Il plauso è meritato anche su questo fronte. Non era scontato.

Sulla trama

Il 4 novembre 1979, mentre la rivoluzione iraniana tocca l'apice, un gruppo di militanti fa incursione nell'ambasciata USA a Tehran, portando via 52 ostaggi. In mezzo al caos, però, 6 americani riescono a fuggire e trovano rifugio a casa dell'ambasciatore canadese. Ben sapendo che si tratta solo di tempo prima che i sei vengano rintracciati e uccisi, Tony Mendez, un agente della CIA, mette in piedi un piano rischioso per farli scappare dal paese.

Sulla colonna sonora

Alexandre Desplat non svilisce il suo talento manco nelle composizioni, per così dire, minori. Buona musica.

Cosa cambierei

Niente. Piaciuto come è.

Su Ben Affleck

Trova la formula vincente per conseguire l'accattivante, scampare il documentario e superare i limiti del dramma.

Su Ben Affleck

Un alquanto mono-espressivo Tony Mendez.

Su Alan Arkin

Il simpatico e irriverente Lester Siegel.

Su John Goodman

John Chambers. Un passo avanti a tutti. Uno spasso.

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