Regia di Ben Affleck vedi scheda film
no, non mi ha convinto. già the town non mi era piaciuto. tutto questo tributare ad affleck la nobile dicitura di "cinema medio di una volta" io sinceramente faccio fatica. a me invece da la sensazione che lui ci si metta d'impegno, ma che non riesca proprio e veramente a raggiungere il livello di certa cinematografia alla quale tende a giungere o almeno ad ispirarsi. la storia c'è e sembra nata per essere hollywoodiana. nell'iran appena caduto nelle mani di khomeini, sei persone fuggite dalla sede diplomatica americana si rifugiano in casa del diplomatico del canada. gli stati uniti devono occuparsi degli ostaggi prigionieri dentro al palazzo diplomatico ufficialmente e ufficiosamente di quelli che per l'iran al tempo nemmeno esistono, ma quando i bimbi belli iraniani avranno finito di ricostruire i loro volti tra le centinaia di migliaia di documenti resi stelle filanti, saranno volatili per diabetici, come direbbe il beneamato commissario auricchio di frècchia la belva umèna, e una pubblica impiccagione non gliela toglie nessuno. siccome john wayne non era materialmente in grado di intervenire(poveretto sarebbe morto l'11 giugno dello stesso anno), fu chiamato l'esfiltratore tony mendez. ebbene si, esfiltratore, sembra un personaggio inventato da tarantino per un suo film. la parola esiste e significa "allontanare un agente dal luogo in cui opera". insomma ci sarebbe da pensare che gli stati uniti sotto l'egida dei produttori-tycoons hollywoodiani abbiano ordito tutto per poterci imprimere il copyright hollywoodiano. vabbè io ci scherzo su, ma gente ne è morta e se lo shah è stato uno sterminatore del proprio popolo messo lì ad autocelebrarsi nel lusso più sfrenato da inghilterra e stati uniti, khomeini da par suo non è stato un agnellino e non riuscendo a riavere lo shah indietro per giustiziarlo, contrattò la liberazione degli ostaggi con una fornitura di armi da parte degli u.s.a. per combattere la guerra contro l'iraq, finanziata e supportata anch'esso dagli stati uniti(ci sarebbe da ridere se non fosse che morirono come mosche soprattutto tra civili)come nella loro migliore tradizione. 2 ore non sono tante per gestire una storia simile, soprattutto per la durata media di certi film recenti. qui tutto scorre bene, senza intoppi, ma la sensazione che la storia si costruisca e si diriga da sola è molto forte. l'organizzazione di una vera produzione per un film che non verrà mai fatto è sicuramente la miglior cosa. i rivoluzionari messi all'aereoporto prima dell'imbarco sono i più allenati ad annusare e stanare americani che tentano la fuga, ma l'abbaglio cinematografico funziona e le tavole disegnate del film con astronavi, donne scosciate e alieni sconfitti funziona e insieme alla telefonata fatta alla produzione e presa all'ultimo li pone in salvo e potranno festeggiare il riuscito allontanamento da territorio non sicuro con abbondanza di alcolici. se da una parte la "sobrietà" interpretativa di affleck serve per "rendere teso" il suo ruolo e il suo compito, dall'altro non posso che rimarcarne una certa cagneria ostentata e fatta passare per "gioco-in-sottrazione" ad uso e consumo di una verosimiglianza inquinata dal film nel film. la parte iniziale del film è molto ben costruita. con taglio documentaristico, si ricostruiscono gli avvenimenti che portarono all'ostaggeria(altrimenti lui.... muore!!!)e fino all'irruzione in area diplomatica con la cronaca telefonica di una segretaria in diretta con gli states, è molto avvincente. per il resto il gioco suspence del rimpallo uffici c.i.a. ed esfiltratore in loco è giuocato entro recinti sicuri e conosciuti. la donna di servizio dei diplomatici canadesi che capisce che qualcosa proprio per il verso giusto non va, crea la corretta tensione di un tradimento sospeso che non avverrà. insomma alla fine per quanto mi riguarda, il film è un corretto esempio di cinema hollywoodiano diretto con mano scolastica pronta per il diploma e interpretato con una certa buona arroganza soprattutto dai vecchi leoni come alan arkin e john goodman che danno l'idea di essersi divertiti un sacco. un buon film per la notte degli oscar(e snobisticamente non è un complimento), e un discreto film d'intrattenimento da un golden boy del cinema mainstream americano che crede veramente nella sua rinascita artistica e questo a noi(plurale majestatis) ci piace comunque, perchè ci fa onestamente piacere.
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