Regia di Ben Affleck vedi scheda film
Terzo film da regista per Ben Affleck e ulteriore dimostrazione di maturità, nonché di vere e proprie capacità tecniche ed umane, dello stesso che orchestra una storia assai interessante (sempre d’attualità e con svariate possibilità di lettura), scandita da una sceneggiatura che sa divincolarsi tra tensione e sano divertimento.
Iran, novembre 1979, l’ambasciata americana a Teheran è sotto assedio mentre la rivoluzione iraniana è ormai pienamente in atto.
Parecchi funzionari vengono fatti prigionieri e minacciati di morte, mentre sei di questi riescono a fuggire e a nascondersi all’interno dell’ambasciata canadese.
Non c’è tempo da perdere, alla CIA si studiano soluzioni per portarli fuori dal paese in tempi rapidi e per far questo viene chiamato lo specialista Tony Mendez (Ben Affleck) che propone una soluzione rischiosa, ma secondo lui ideale, ovvero girare un finto film in Iran per poter assegnare ai funzionari in pericolo una nuova identità e ruoli tecnici di un vero e proprio cast per farli espatriare di nascosto come canadesi.
Per farlo si avvalerà della consulenza di veri esperti in materia di produzione come Lester Siegel (Alan Arkin) e John Chambers (John Goodman), ma il tempo stringe e per far rendere efficace il piano occorre essere credibili al massimo.
Storia vera, e per questo ancor più interessante, romanzata con gusto ed ingegno, ricca di decisioni quasi sempre particolarmente felici ed azzeccate.
E’ soprattutto un film medio americano (come se ne facevano diversi una volta ed oggi assai meno) che si muove tra impegno e disimpegno con leggerezza, ma anche precisione ed accuratezza, con un percorso netto che parte a mille con l’assedio all’ambasciata per poi ampliare i suoi orizzonti con intelligenza, ma anche estrema praticità.
Ed è così che in tutta la parte centrale vengono alternate, con brillante equilibrio, la tensione dettata dal pericolo in Iran e la costruzione del piano di salvataggio, nel quale John Goodman ed Alan Arkin (mattatori di classe superiore, direi scelta del casting esemplare) regalano momenti goduriosi a ripetizione, duetti alla “Stanlio e Ollio”, dialoghi taglienti, soluzioni quasi surreali, con un disincanto sul cinema americano (ed un pizzico di cinismo) che stimola la mente e permette di liberare sincere risate cinefile.
E tutto questo lavoro, tra primo e secondo piano, trova un concreto compimento in tutta la parte conclusiva, serrata e giocata sul filo di lana, con qualche innesco particolarmente (ed inevitabilmente) patriottico, ma che non svilisce la riuscita del prodotto (insomma la scelta è più che capibile).
Molto buona anche la ricostruzione di costumi e di un’epoca, mentre la fotografia di Teheran è calibrata ed affascinante tra luoghi senza tempo e situazione storico-politica precaria ed in evoluzione.
Per tutto questo “Argo” è un’opera intelligente in grado di coniugare un ottimo intrattenimento di base a intuizioni più elevate (come la parabola su come si muove il mondo di Hollywood) in una mescolanza stuzzicante sotto varie forme.
Appassionante.
Intelligente, pragmatico e tecnicamente molto capace.
Altro passo in avanti di un percorso autoriale in costante progresso.
Meglio del solito, anche se è soprattutto il look ad aiutarlo.
Poi la parte è bella, una di quelle destinate a piacere senza troppi patemi.
Non compare moltissimo, ma è tosto e assolutamente calato nella situazione.
Un autentico spasso, con il collega John Goodman forma una coppia che sprizza energia e un cinismo sui meccanismi di Hollywood che strappa più risate di svariati film comici messi tutti insieme.
Era da un pò che non lo vedevo, ma qui è in formissima e costituisce con Alan Arkin una coppia comica affiatata e completa.
Garanzia di divertimento.
Caratterista di classe, nei pochi minuti in scena (è l'ambasciatore canadese) fa tutto quello che deve.
Più che sufficiente.
Molto coinvolta e partecipe, non passa di certo inosservata.
Più che sufficiente.
Composta ed affascinante.
Preciso ed ordinato.
Bravino, anche a lui il look giova parecchio.
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Beati voi che stavate insieme! Io comunque me lo sono vista da sola e sono contenta che il nostro gradimento è stato simile.Ciao1
Ciao Anna Maria, oltre alla condivisione (che è comunque un valore aggiunto rilevante), devo dire che è un film che merita anche la visione in lingua originale, visto che a parte il primo incontro alla CIA (nel quale i dialoghi sono strettissimi nei tempi) per il resto si gusta facilmente in tutte le altri parti, in più Goodman e Arkin hanno una cadenza fonica secondo me proprio spettacolare!
Ciaoooooooo
Daniele, non finirò mai di ringraziarti per la tua proposta fatta alle 4 di pomeriggio, dopo neanche 50 secondi dalla nostra stretta di mano. Le mie intenzioni erano quelle di beccare Skyfall. Detto questo, ribadisco: è necessario procurarsi la serratissima sceneggiatura di questo bellissimo film.
Già, si può dire tranquillamente che la sceneggiatura è un grande punto di forza del film!
Per la proposta del film devi ringraziare anche Gregorio visto che Skyfall l'aveva già visto quindi l'avevo escluso a prescindere, e comunque avrei personalmente optato per "Argo" in ogni caso, "in Ben I trust", LoL!
:D
ciao supadany vedo, meglio leggo, che ti ha colpito...benissimo.... io lo vedrò ma più avanti devo recuperare ancora amour e oltre le colline...film più a rischio...fine programmazione---e spero proprio possa piacere così tanto anche a me, l'atmosfera anni '70 mi ispira non poco.
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