Regia di Paolo Uzzi, Giovanni Vernia vedi scheda film
Televisione, radio, teatro, editoria. Mancava soltanto il cinema allo scoordinato baraccone mediatico di Vernia e del suo gemello scemo Jonny Groove. Vuoto colmato, nel solco di Checco Zalone. A stonare, nel riciclaggio di battute sporche prodotto da Colorado Film (marchio di fabbrica: il cameo alimentare di Abatantuono), è il bieco intento autocelebrativo di un personaggio che vorrebbe farsi promotore sociale di solidi principi. Jonny, rincoglionito oltre i confini dell’ipotizzabile, si esprime a versi in un italiano stentato, vive in discoteca ripetendo autisticamente il tormentone “essiamonoi” (Radio Deejay non perde l’occasione per una vergognosa esposizione del marchio), ma, udite udite, non fuma e beve solo gazzosa. Dopo questa illuminata pubblicità progresso sarebbero da bandire la bibita e la house music, dati i devastanti effetti sulla psiche. Il resto è difficilmente analizzabile con categorie critiche: la storia non esiste; nelle inquadrature in split screen i gemelli guardano nel vuoto; i raccordi di montaggio prevedono campi senza bicchiere e controcampi con bicchiere in mano; i sottotesti di denuncia (il precariato, la corruzione) sembrano infiltrazioni in sede di scrittura (?) di un bimbo che non sopporta le donne e i venditori ambulanti di rose, fastidiosamente spernacchiati. Le nuove frontiere dell’imbecillità sono infrante: ridateci Boldi, Calà e Pippo Franco. Lo chiediamo con il cuore in lacrime (e il bicchiere in mano).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta