Regia di Ken Loach vedi scheda film
Alcuni delinquentelli, introdotti da una divertente scena processuale, vengono condannati a svolgere attività socialmente utili: fra di essi c’è il giovane Robbie, neo padre invischiato in un’interminabile faida familiare e rifiutato dai parenti della compagna, ma fermamente deciso a riscattarsi; per fortuna il suo sorvegliante è disposto a concedergli un’altra possibilità, che si concretizza quando una botte di un whisky rarissimo viene messa all’asta per un milione di sterline. Un film bipolare, anche nelle ambientazioni (le opprimenti strade di Glasgow vs gli ariosi paesaggi degli altipiani): nella prima parte c’è il solito Loach rabbioso che racconta le periferie degradate e violente, pur in toni un po’ meno manichei (molto opportuno, anche se inessenziale narrativamente, il duro confronto fra Robbie e il ragazzo che aveva aggredito tra i fumi della cocaina). Se si sorvola sull’inverosimiglianza del fatto che un teppistello diventi un esperto degustatore in poche settimane dopo aver letto un paio di libri, la seconda parte è migliore: un I soliti ignoti dal finale una volta tanto rilassato, rasserenante, quasi fiabesco, con il nostro eroe che può ricominciare da capo, i suoi complici che almeno per qualche tempo se la passeranno un po’ meglio e suo padre putativo che riceve la ricompensa degna di chi ha ridato la vita a una persona.
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