Regia di Ken Loach vedi scheda film
Robbie è un delinquentello scozzese che un giudice benevolo affida ai servizi sociali. Data la sua spiccata propensione alcolista, il ragazzo viene messo a lavorare in uno stabilimento di produzione di whiskey. Qui, ben presto, elabora un nuovo piano criminale, questa volta però di grosso calibro.
Sempre dalla parte dei più deboli, socialmente parlando, Ken Loach si affida come di consueto al suo sodale ormai di corso quindicennale, Paul Laverty (1996 - La canzone di Carla: la prima collaborazione fra i due), per la sceneggiatura di questo La parte degli angeli. L'ennesima - per il regista britannico - riproposizione di tematiche popolari, proletarie, orientate politicamente a sinistra e cosparse di una spruzzata di ironia all'inglese, con annesse riflessioni agrodolci su quella gran fregatura che è la vita. In questo caso il perdente protagonista esce dal film in qualità di vincitore, sebbene vinca in maniera modesta e non proprio 'regolamentare'; non che ce ne fosse bisogno, ma si confermano comunque le capacità di Loach quale narratore delle miserie della working class contemporanea. Fra gli interpreti: l'esordiente (ed efficace) Paul Brannigan, William Ruane (già in Sweet sixteen e in un altro paio di precedenti pellicole del regista), Scott Kyle, Siobhan Reilly, Roger Allam. 5/10.
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