Regia di Ken Loach vedi scheda film
Vincitore del premio della Giuria a Cannes 2012,"La parte degli angeli" fa parte del registro "leggero" della cinematografia di Ken Loach,quella tutto sommato meno amata dai fans del regista britannico.Perchè in un'era in cui la rincorsa al disimpegno era divenuta addirittura quasi obbligatoria,l'autore di "My name is Joe" è divenuto,a modo suo,una star e un baluardo del cinema impegnato.Del resto,difficilmente Loach ha diretto attori celebri,o destinati a diventar tali,se si eccettuano rari casi come Scott Glenn,Robert Carlyle,Peter Mullan,per fare degli esempi."La parte degli angeli" indica l'accettabile quantità di liquore evaporato nella stagionatura di quelli pregiati:nella fattispecie,di un whisky quasi inestimabile,reperito per caso,e giunto a un livello quasi sublime,secondo gli intenditori.Quindi,un gruppo di balordi,pentitisi dei loro trascorsi,più o meno gravi (il protagonista ha comunque compiuto cose esecrabili),pensa bene di accaparrarsi la scarsa percentuale di liquido alcoolico da rivendere a cifre che consentirebbero loro di svoltare.Rocambolesco come si conviene a un'impresa "criminosa" in stile "Soliti ignoti",ben diretto da un regista che,da sempre, ha saputo tirar fuori il meglio dalle facce scelte,"The angel's share" è una commedia umanista,ambientata in Scozia,tra kilt,scontri realistici con risse e scazzottate,intrallazzi e furbate,coglionerie e un pizzico di fortuna,che serve sempre a ribaltare le situazioni.E il finale sottolinea che valori come speranza,riconoscenza,e fiducia in un'impostazione civile della società,può non essere uno spreco di aspettative.
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