Regia di Ken Loach vedi scheda film
Ken Loach rimane fedele a se stesso, alla sua causa che prevede la difesa ad oltranza dei proletari più marginali ed incasinati anche in The angels' share, però l'impressione complessiva è che il suo impegno sociale stavolta sia un po diluito, gli accenti da commedia che si ritrovano nella seconda parte sono gradevoli, ma anche troppo accomodanti e buonisti. La trama vede Robbie, neo padre giovanissimo dalla vita turbolenta segnata da droga e militanza nelle gang, che dopo essere stato condannato a svolgere lavori socialmente utili solidarizza con altri tre "sfigati" e progetta un ambizioso "colpo" presso una distilleria che potrà segnare il loro riscatto sociale. Apprezzabile soprattutto la parte iniziale, dove si ritrovano i conflitti sociali che hanno segnato tanti suoi film, anche se con un impatto minore rispetto a Raining stones o Ladybird Ladybird. In seguito il regista sceglie la strada della favola edificante, garantisce lo spettacolo grazie alla sua sapienza figurativa e a gag abbastanza simpatiche, ma finisce per non incidere come ai tempi migliori. Il protagonista Paul Brannigan non è forse uno degli attori più espressivi scelti dal regista britannico, ma se la cava con una performance dignitosa e un'aderenza fisica adeguata al personaggio; non male anche i caratteristi. Un po generoso il prix du jury assegnato a Cannes dalla giuria presieduta da Nanni Moretti. Belle le musiche di George Fenton. Voto 7/10
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