Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Modesta pochade, ingenua e sottilissima (per consistenza) commedia degli equivoci, una fra le tante che in quel periodo il cinema italiano licenziava, solitamente con protagonisti del calibro di Montesano o Dorelli. Qui c'è il secondo, accanto a una sempre brava Vitti (un'altra delle interpreti favorite per il filone) e a uno scatenato Proietti. Sceneggiatura di Iaia Fiastri, Riccardo Aragno, Cesare Frugoni e Sabatino Ciuffini da un soggetto di Aldo De Benedetti che già aveva ispirato il quasi omonimo Non ti conosco più diretto da Nunzio Malasomma nel 1936, con Vittorio De Sica; regia (stanchina) di un Sergio Corbucci che sa adeguarsi ai toni declinanti del cinema nostrano, costretto a ripescare materiale del tempo dei 'telefoni bianchi' per non doversi piegare alla volgarità ormai dilagante. La storiella è esile e già stravista, il mestiere (tanto! al tris di protagonisti si aggiunge la comparsata di Franca Valeri) è l'unica cosa che salva dallo sfascio quest'opera. 4/10.
La moglie, improvvisamente, scambia il marito per il medico e viceversa. Equivoci a non finire, ma tutto si rivelerà una farsa imbastita per gelosia...
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