Regia di Dominik Moll vedi scheda film
Matthew Gregory Lewis nasce a Londra nel 1775, a sedici anni nel 1791 ha già scritto una farsa, nel 1794, a diciannove anni, scrive "The Monk: A Romance", pubblicato poi nel 1796, un romanzo gotico che creerà grande scalpore a quel tempo, tanto da essere anche ritirato per un certo periodo dalla circolazione. Tanto per farsi un'idea, il marchese De Sade ne parlò molto bene nel suo saggio "Reflections On The Novel". Lo scalpore in Inghilterra fu enorme, moltissimi artisti ne rimasero influenzati, tra cui Mary Shelley per il suo Frankenstein e addirittura anche Alessandro Manzoni per "Fermo e Lucia". Il successo è stato tale da generare una moltitudine di versioni, teatrali e cinematografiche. Anche Luis Buñuel tentò di farne un film, ma dovette desistere per mancanza di fondi, la sua sceneggiatura comunque venne usata per la pellicola del 1972 di Ado Kyrou con Franco Nero come protagonista.
La versione di Dominik Moll è un sunto "buonista" della vicenda contenuta nel libro originale, meno cruenta, meno sanguinosa e meno satanica. Le cose migliori sono la fotografia, decisamente notevole, con le scene notturne finalmente credibili e suggestive, in contrasto con la luce accecante dei paesaggi aridi e brulli bruciati dal sole spagnolo. La musica è altresì notevole, nulla che sia conosciuto a chi scrive, ma interessante armonicamente ed arrangiata molto bene. Anche le interpretazioni degli attori sono apprezzabili, Vincent Kassel se la cava in modo soddisfacente nel combinare rigore religioso e desiderio carnale. La vicenda offre parecchi spunti di discussione, ma la considerazione principale riguarda i danni che la religione, qualsiasi religione, causa quando non tiene conto della natura dell'uomo e pretende di conformarlo ai propri dogmi, un disastro molto simile a quello provocato dal diritto positivo quando si allontana dal diritto naturale.
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