Trama
Spagna, XVII secolo. Abbandonato alla nascita davanti la porta di un monastero, Ambrosio (Vincent Cassel) viene cresciuto dai frati libero e lontano da ogni tentazione, diventando un priore cappuccino famoso per il suo fervore e temuto per la sua intransigenza. L'arrivo al monastero del giovane Valerio, però, frantuma tutte le certezze di Ambrosio, tentato dalla diabolica sensualità del novizio che, in realtà, sta nascondendo dietro una maschera di cera di essere la misteriosa Mathilde. Cedendo alle sue lusinghe, Ambrosio conosce i peccati della carne e, avviandosi sulla strada della perdizione, in lui nasce il desiderio di possedere altre donne. Dopo aver abusato dell'innocente Antonia, scopre che si tratta di sua sorella e, finito in carcere, per salvarla vende la sua anima al diavolo.
Approfondimento
UN FILM IN COSTUME DA UN ROMANZO SCANDALO
Scritto da Matthew Gregory Lewis e pubblicato nel 1796, Il monaco ha destato sin da subito scandalo pur essendo un'opera meno scioccante rispetto a quelle che nello stesso periodo il Marchese de Sade dava alla stampe. All'epoca Lewis aveva solo 19 anni e il suo impeto giovanile ha evitato che si ponesse tante domande sulla logica del racconto e si concentrasse maggiormente sulla sua forza visiva, evocando per immagini elementi tipici sia del gotico inglese sia del cattolicesimo spagnolo, ricco di aneddoti e figure ambigue. Il regista Dominik Moll, senza vedervi quella eccessiva dose di morbosità colta da uno sguardo disattento, ha deciso di trarne un adattamento cinematografico sospinto dal carattere del racconto - romantico e fantastico al tempo stesso - e dalla commistione di tematiche edipiche e faustiane. Per la prima volta, il regista si ritrova alle prese con la realizzazione di un film in costume che si allontana da ogni logica narrativa. Ne Il monaco, infatti, la ricostruzione storica e la cronologia degli eventi passano in secondo piano e lasciano posto al mistero e alla fantasia, alla realtà e all'incubo, in un intreccio che ricorda il Frankenstein di Mary Shelley o il Dracula di Bram Stoker.
DIFFERENZE TRA FILM E ROMANZO
Il romanzo presenta due storie separate e parallele, che si svolgono in aree geografiche distinte: quella di Ambrosio in Spagna e quella di Agnes e il suo amante in Germania. Dominik Moll si concentra solamente su Ambrosio, eliminando del tutto l'altra metà del libro. Concedendosi molta libertà narrativa, Moll opera dei cambiamenti forti anche nei personaggi. Nel libro il personaggio di Valerio, ad esempio, nasconde per timidezza il viso dentro una cappa mentre nel film il regista decide di fargli indossare una maschera. Il personaggio di Ambrosio, invece, era descritto come troppo pieno di sé e vile di fronte al pericolo: in lui, Lewis aveva riposto il suo punto di vista sulla Chiesa cattolica, vedendolo come vittima della propria arroganza e vanità, ma Moll preferisce trasformarlo in qualcuno che esercita la propria professione con convinzione, sincerità e integrità.
UN UNIVERSO DI RIFERIMENTI
Nonostante le differenze con il romanzo, il film non perde il suo aspetto ludico, trovando un equilibrio tra la sfera intima dei personaggi e gli elementi spettacolari, visivi o narrativi, contenuti nel libro. Pescando nella ricchezza visiva del gotico e delle iconografie cattoliche, Moll mette in scena il diavolo, le processioni, l'Inquisizione, il crocefisso, i fantasmi, i cimiteri e i corvi. Ogni elemento appartiene alla tradizione folkloristica così come ogni personaggio appartiene a un archetipo. È il caso ad esempio della madre superiora interpretata da Geraldine Chaplin, crudele e senza cuore così come vuole la tradizione letteraria, o della scena della processione, costruita seguendo quasi maniacalmente l'ordine con il quale sfilavano le persone durante le pubbliche rappresentazioni religiose.
All'insegna del "tutto è permesso", Moll utilizza anche diverse tecniche per trasmettere le varie atmosfere della storia. Ricorre a tecniche tradizionali da film muto (doppia esposizione, immagini monocromatiche, apertura del diaframma per regolare la luce) così come a tecniche moderne, usando una telecamera termica, per ottenere un lavoro basato principalmente sui contrasti: ad esterni molto luminosi fanno da contraltare interni molto scuri e cupi, capaci di rendere il clima di mistero che avvolge la storia. Diversi sono anche gli universi pittorici di riferimento: dai dipinti di Zurbaran, Velasquez, Goya e Fuseli alle incisioni di Gustave Doré alle foto a carattere religioso di José Ortiz Echague. Anche il mondo del cinema fornisce riferimenti per la genesi di alcune scene e Patrick Blossier, direttore della fotografia, ha colto spunti da La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, Complesso di colpa di Brian De Palma, Nosferatu, il vampiro di Murnau e Narciso nero (1947) di Powell e Pressburger.
Note
Tratto dall'omonimo romanzo gotico di Matthew G. Lewis.
Trailer
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Commenti (1) vedi tutti
Bel film, anche se immagino che la durata sia troppo breve per poter approfondire molti personaggi ... finale scenograficamente bello ma tremendo
commento di Utente rimosso (arwen88)