Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
A ben vedere, si tratta di una storia su due omosessuali repressi. Accomunati fin da bambini dalla picca che ha donato loro il tatuatissimo nonno Kuzya (Malkovich), Kolima (Fedaravicius) e Gagarin (Tumalavicius) vengono cresciuti secondo le singolari regole della comunità dei siberiani, una minoranza estremamente aggressiva e ghettizzata, emersa dallo stalinismo. I loro diktat riguardano il disprezzo per il denaro e le droghe, l'amore per le armi e la convinzione che rubare ai ricchi e uccidere i poliziotti non sia un reato. Da grandi (siamo ormai all'inizio degli ani '90), i due ragazzi si dovranno fronteggiare in più di un'occasione, perché uno dei due ha preso la strada "sbagliata".
Tratto dal best seller di Nicolai Lilin, questo romanzo di formazione ha l'apparenza del blockbuster, con tanto di produzione internazionale e scenografie esotiche. Ma la sceneggiatura (alla quale hanno lavorato anche Rulli e Petraglia, qui piuttosto appannati rispetto agli episodi felicissimi di La meglio gioventù, Le chiavi di casa, Romanzo criminale e Bella addormentata) è tremendamente pasticciata, la sottotrama dell'amore impossibile tra Kolima e Xenja (Tomlinson), ragazza ritardata, è involontariamente comica (e sembra riportarci all'essenza di C'era una volta in America, con i due amici divisi dalla stessa donna), gli attori recitano tutti in maniera dilettantesca e i truccatori devono avere scioperato, visto che John Malkovich appare sempre con la stessa identica faccia.
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