Regia di Groupe Dziga Vertov vedi scheda film
Mi costata una certa fatica guardarlo, perché seguire i ragionamenti contorti di Godard, di cui il film è strapieno, non è facile. Si tratta di un documentario, in un certo senso, anche se le immagini contano in realtà poco e sono spesso non rappresentative o interessanti. La voce narrante non lascia tregua ripetendo senza sosta le idee del marxismo, in generale e applicate alla realtà cecoslovacca dopo l'invasione sovietica. In sintesi, tra gli arzigogoli, il pensiero di Godard è il seguente. L'URSS ha ormai tradito il vero comunismo, ed è passata al revisionismo che è fratello dell'imperialismo. Ora, dopo l'invasione, la Cecoslovacchia assomiglia molto ad un paese capitalista. Da questo mi pare di dedurre che lui ritenesse i fautori della nuova corrente cecoslovacca come un giro di vite verso il comunismo leninista (anche se io ho sempre saputo il contrario), che l'URSS revisionista ha voluto impedire.
Il film è una specie di manifesto dell'internazionale comunista, e divide il mondo in categorie rigidissime di comunisti, revisionisti, e capitalisti-reazionari. I modelli sono i soliti Lenin e Mao. Per far trionfare il vero comunismo, il regista teorizza un'analisi scientifica e realistica della situazione, e l'approntamento di ugualmente scientifiche vie d'uscita. La classe intellettuale dovrà inoltre essere formata alle idee del comunismo. Durante diversi minuti viene letto un testo che racconta nei minimi particolari (troppi) di come Lenin avesse aumentato la produzione di aratri e trattori. Un altro passo - che non so se sia una presa in giro - vede un'intervista ad un contadino che parla in ceco. Quando l'interprete sul posto inizia a tradurre in francese subentra la voce off che copre completamente la traduzione. Che cosa aveva detto dunque quel contadino?
E' un documentario talmente impregnato di ideologia e di didascalismi che non fa apprendere quasi nulla su come fosse la Cecoslovacchia in quegli anni, su come vi si vivesse, su cosa ne pensasse la gente della strada (o i lavoratori continuamente declamati). Il commento è infatti composto solo da assiomi e sillogismi del marxismo e le immagini, come dicevo, sono poco interessanti (e montate spesso in modo fastidioso). Sulla Primavera di Praga e sul dopo-invasione ho visto altri documentari decisamente migliori e degni di questo nome.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta