Regia di Dictynna Hood vedi scheda film
Interessante opera prima di D.R.Hood, il film sembra un'opera teatrale, nell'impostazione quasi puramente "verbale", con tre protagonisti che si scontrano, e rivelano i propri demoni personali e le proprie ossessioni un poco alla volta, e dove non esistono ruoli lineari e che non contengano forti ambiguità. I due fratelli, che la protagonista vede nei propri sogni passare da un abbraccio, al rifiuto e il litigio, sembrano vivere in zone agli antipodi, mentre il realtà David, che pareva equilibrato, responsabile ed innocente, marito che si occupa della moglie e del fratello malato e vittima di stress pst traumatico, nasconde in realtà segreti inquietanti, che persino la consorte, inizialmente attratta dalla sincerità di Nick(il fratello malato), scansato e giudicato perché sincero ed "esposto", alla fine si affretta a perdonare e dimenticare, mantenendo una facciata di rispettabilità, tutta "chiesa e sorrisi", che nasconde mostri ed ipocrisie inquietanti. Tutto, a discapito di chi manifesta i propri incubi apertamente, e di chi-più debole- finisce vittima dell'alienazione della brava società, che come Nick ci ricorda, è in realtà popolata di case piene di vergogne e violenze.
La regia spesso annoia, e la sceneggiatura ci priva di alcune spiegazioni, ma come opera prima il film è interessante, ed irrita in modo genuino, perché il realismo della sua ottica pessimista e critica è autentico, ed affilato.
Ottimi gli attori: Claire Foy è bella e spontanea, Cumberbach fastidioso, mentre Shaun Evans(già bravissimo in Dread e Gone), dimostra una volta in più di avere un grande talento: peccato che venga ancora così sottovalutato, e poco utilizzato.
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