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Campfire

Regia di Bavo Defurne vedi scheda film

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La recensione su Campfire

di alan smithee
8 stelle

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I CORTI DI BAVO DEFURNE

Campfire come "fuoco da campo", per alludere alla passione che nasce spontanea e incontrollabile, ma poi si spegne nell'indifferenza quando, da parte di uno dei due amanti, al sentimento destabilizzante si sostituisce il panico di giustificare di fronte ai terzi la responsabilità del proprio operato o modo di comportarsi.

Campfire, opera d'esordio del talentuoso regista belga classe 1971 Bavo Defurne, è in realtà il primo di 4 cortometraggi, in seguito talvolta presentati assdieme, uniti come a formare un mediometraggio incentrato sui disagi della scoperta della propria sessualità e delle pulsioni incontrollabili che governano corpo e psiche di quattro giovani teenagers di epoche ed strazioni differenti.

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Nel primo, Kampvutr (2000), appunto, due giovani amanti maschi, che prendono parte ad un campo estivo, uno timido con la propria fidanzata, l'altro più fiero e indipendente ma orgoglioso di sé, si ritrovano ad amoreggiare nudi nella stessa tenda la sera, e la mattina dopo alle prese uno con la gestione del proprio innamoramento senza remore nei confronti dell'altro partner, e al cambiamento di rotta e di sentimento dell'altro, quando è il momento di scendere a patti con la realtà di chi sta al di fuori della coppia e si permette di giudicare e di esprimere una sua condanna. Stile colorato e particolare cura dei dettagli visivi, narrazione trasognata e celebrazione della bellezza dei corpi giovani e fieri mossi dall'istinto, prima che dal raziocinio, e per questo ben condotti fino a che la mente e la coscienza non riprendono il sopravvento.

Nel secondo, Particulary now in Spring (1996) girato in stile retrò con un bianco e nero affascinante, un giovane aspirante attore, studente ed atleta presso un campo estivo, si confessa come in un diario, consapevole della propria avvenenza e del desiderio che matura inevitabile nella pratica degli sport a forte contatto con i propri avversari e contendenti coetanei. 

Nel terzo,  Sailor  (1997) si ritorna ai colori ed allo stile del Defourne che più conosciamo ed apprezziamo, ed i lmedesimo attore moro del primo episodio si ripropone nel ruolo dell'amante completamente perso nell'attesa del ritorno del suo coetaneo amante, un marinaio che, una volta sbarcato dalla nave, lo saluta con indifferenza per non dare adito ai propri compagni della tresca che illuse il sui partner tempo prima.

Spelndide ricostruzioni di sfondi su cui si innestano immagini dei due amanti in modo o del protagonista in bicicletta, in un corto che cita il passato e il melodramma più colorato in stile Sirk, tra stelle cadenti afferrate per la mano, cieli rannuvolati (una costante nel cinema dell'autore belga) come contorno di una storia d'amore che le circostanze impediscono di esprimere appieno.

Il quarto ed ultimo corto, Saint, (1996) nuovamente in bianco e nero, si ripercorre la drammatica tappa culminante del martirio di San Sebastiano, in una vicenda rivisitata da protagonisti adolescenti. Ia tragica spietata vicenda del soldato romano torturato ed ucciso dai Romani per aver apertamente abbracciato la religione cattolica viene in questo caso concentrata sul sacrificio e sul rapporto contrastato tra vittima e carnefici, ove quest'ultimo attira gli altri nella perfezione delle sue fattezze, impedendo a molti di essi di dare corso agli ordini ricevuti.

Cura nei dettagli dei corpi, nelle pieghe del fisico costretto in pose di sottomissione e trafitto da frecce acuminate che ne devastano e compromettono la perfezione, unica vera fonte di santità espressa dalla pellicola.

La passione per i cieli tormentati chiude nella sua cupezza una vicenda che tuttavia alla fine si apre verso una speranza lieve di rasserenamento, forse per via di un pentimento tardivo da parte degli spietati carnefici.

Bavo Defurne ha uno stile personale tutto incentrato sulla bellezza della gioventù e sulla purezza dei particolari che diventano un epicentro degno di tendere al protagonismo, rubando la scena ai veri personaggi.

La capacità di esprimere le pulsioni e di fare in modo che esse stesse rappresentino la vera purezza, in contrasto con la volgarità del pensiero corrente e dei fasi perbenismi della società deviante e castrante che detta la regola, saranno al centro delle opere che seguiranno, che lascieranno il segno e troveranno nel successivo e primo appassionante lungometraggio North Sea Texas la sua più compiuta (fino ad ora) forma di espressione e realizzazione.

Un regista assolutmente da seguire.

 

 

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