Regia di Edoardo Gabbriellini vedi scheda film
Gabbriellini, attore lanciato da Virzì ai tempi di Ovosodo, torna dietro la macchina da presa a distanza di anni dalla sua unica regia. Per l'occasione passa dalla commedia al drammatico, plasmando una storia, con sorprendenti picchi di violenza finale, ben incastonata sulle montagne dell'appennino tosco-emiliano. Regia attenta (bellissima l'alternanza finale con Morandi, inquadrato in semisoggettiva, che canta un testo sdolcinato davanti a un oceano di gente, mentre altrove si consuma la mattanza scatenata proprio dal suo atteggiamento), sceneggiatura quadrata con un curioso Gianni Morandi, nei panni di un alterego, che canta e che vive in funzione della propria professione, nascondendo un incredibile egoismo dietro una facciata da altruista. Lo vediamo dispensare consigli ai compaesani e lottare per la tutela del parco (dichiarando guerra ai bracconieri), dimostrando tuttavia, all'interno delle mura domestiche, ben altro atteggiamento. Brusco con la moglie disabile, evolve in mostro alla fine quando, pur di andar a tenere il programmato concerto, si preoccuperà dei gemelli da apporre sulla sua camicia, lasciando a terra la moglie agonizzante per un attacco epilettico, scavalcandola mentre la stessa si dimena ormai prossima a morire. Pare che durante le riprese, a detta del regista, Morandi abbia sottolineato il gesto con la frase: "Muori, troia!" poi tagliata perchè ritenuta, a ragione, troppo forte (e io direi pure eccessiva, in quanto la mancanza di commenti rende ancor più menefreghista l'atteggiamento del personaggio). Interpretazione così e così, ma comunque coraggiosa per l'interprete bolognese che accetta un ruolo tutt'altro che simpatico. Bravissimi invece Mastrandrea e Germano, che tengono vivo il film, portando una buona dose di comicità non sufficiente però a vincere la diffidenza e l'atteggiamento tutt'altro che ospitale del popolo montanaro in cui si trovano, occasionalmente, a lavorare in qualità di muratori (ingaggiati dal personaggio di Morandi per realizzare lavori alla sua villa). Bravo Gabbriellini alla regia, con bella scelta delle location (molti boschi) e finale cattivissimo dove scorre il sangue (credo per la prima volta in un film con Morandi). Colonna sonora con testi di Cesare Cremonini cantata da Gianni Morandi. Non un capolavoro, ma quadrato.
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