Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
'Reality', a quattro anni di distanza dallo splendido 'Gomorra', ripete il successo critico a Cannes nel 2012, aggiudicandosi ancora il Gran Premio della Giuria: a Garrone però, i toni da commedia non gli si addicono troppo e dopo una folgorante sequenza iniziale, che dà alla storia narrata i contorni della favola, il regista romano muove incessantemente la macchina da presa perdendo un po' il filo del discorso, ruotante attorno a Luciano (Aniello Arena) un pescivendolo napoletano il cui 'obiettivo' nella vita è entrare nella (famigerata) casa del Grande Fratello, tremenda trasmissione basata sul nulla che ha dato a degli sconosciuti senza arte né parte ma con una grande predisposizione all'apparire e (soprattutto) a mostrarsi poco vestita una effimera e breve notorietà.
Luciano, in pratica, è una specie di Truman Burbank alla rovescia, nel senso che nel film di Peter Weir il protagonista del reality era inconsapevole della sua situazione e, appena scoperta, faceva di tutto per uscirne; qui, al contrario, Luciano, vive un'esistenza modesta e semplice, ma agogna a diventare 'visibile' e, anzi, da un certo momento in poi, credendo realmente di essere ripreso inizia a compiere atti sconsiderati, fino al finale - anche questa una sequenza molto bella - dove, riuscirà ad entrare nella casa ma, ironia della sorte, diventerà 'invisibile' agli altri concorrenti e di conseguenza agli spettatori-voyeurs.
Gli intenti, chiaramente critici, si perdono in una narrazione soffocata da una messa in scena elegante, impreziosita dalla fotografia di Marco Onorato, ma fin troppo ricercata, che abusa dei movimenti di macchina e in una delineazione superficiale dei personaggi che ruotano attorno a Luciano, descritti nella maggior parte dei casi come dei bozzetti.
'Reality' appare come un film dai nobili intenti di denuncia che dà sfoggio di una grande tecnica registica ma che fatica a esporre con lucidità e chiarezza le tesi che propugna.
In ogni caso, come per 'Gomorra', è ottima la direzione degli attori, molti dei quali poco più che dilettanti.
Voto: 6.
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