Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Una fiaba, malata alla base, con travolgenti momenti di pura illusione cinematografica e molti altri dove viene sorretta solo dalla bravura smisurata della recitazione di pura commedia dell'arte partenopea, con quei volti, quegli slanci, quell'agitar di mani e di voci. Un oggetto strano, questo film di Garrone. Non incanta come potrebbe, non racconta, poi, nulla di così nuovo e sconosciuto, i corpi a volte deformi ricordano i migliori Ciprì e Maresco, mostri infettati dalla televisione. Così come i sogni di Ciotola, che poi non sono altro che quelli medi di un italiano medio. Due ore sono troppe, ma Garrone si riconferma un autore intelligente e con uno sguardo assolutamente originale. Not give up, Matteo.
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