Regia di Zhang Yimou vedi scheda film
Le mie aspettative medio-alte hanno per fortuna ottenuto un equo riscontro da quest'opera, poetica fin dal suo titolo, che è tratta dal racconto di Geling Yan, 13 Flowers of Nanjing, ispirato a sua volta al diario di Minnie Vautrin. Il fatto che le vicende siano romanzate e il frutto di una finzione scenica non pregiudica la brutalità della verosimiglianza e l'impeto del messaggio di un dramma storico in grado di coinvolgere assai. Questo è, infatti, il pregio principale che risulterà evidente al termine della visione. Si verrà trasportati oltre l'interezza delle due ore e un quarto di durata senza mai avvertirne minimamente il peso. Per me è stata una constatazione meravigliosa.
Gli orrori della guerra pugnano lo stomaco, la violenza sanguigna dell'efferata malvagità umana sconvolge la mente, la tensione emotiva avvinghia il cuore e non lascia via d'uscita. Si partecipa quasi come se si fosse stati presenti. Il filtro dell'esposizione è affidato, in contrasto con il contesto, all'innocenza di una ragazza cinese. Eppure a noi occidentali è offerto in più lo sguardo dell'attore Christian Bale (John Miller), grazie al quale sorge spontaneo il ricordo di quando da bambino prese parte a L'Impero del Sole (1987) di Steven Spielberg. Alla luce delle affinità, forse il collegamento era proprio voluto e non si tratta dunque di una coincidenza.
Il cast si muove bene, pur senza prove di eccellenza. Spiace magari che non per tutti i personaggi si possa vantare un degno approfondimento, ma in una pellicola già abbastanza densa di significato (e che comunque, come già detto, "scorre" alla perfezione) è una mancanza lieve e perdonabile. Ci si commuove già, figuriamoci se si fosse dato di più su questo fronte (avremmo avuto un autentico capolavoro). Molto buona la vitale colonna sonora. Ammirevoli sono la fotografia e le inquadrature. Si pensi per esempio all'efficace dicotomia fra il grigio dominante – qua e là macchiato dal rosso della morte – e i colori sgargianti della vetrata della chiesa sotto la quale avviene il nostro primo incontro con i 13 Fiori di Nanchino. Chiunque non sappia chi siano, guardi il film.
1937, seconda guerra sino-giapponese, assedio di Nanchino. Il becchino americano John Miller, chiamato a seppellire il prete di una chiesa cattolica, scopre una volta arrivato a destinazione che il cadavere non c'è più. In cerca del denaro che avrebbe ricevuto e stimolato dal pericolo del conflitto, ne assume quindi il ruolo. Nella chiesa, oltre alle tredicenni studentesse del collegio, irrompono anche altrettante prostitute bisognose di un nascondiglio. Nessuno è intenzionato ad aiutare l'altro, ma tutti dovranno darsi una mano.
Mi ha sorpreso la sua abilità nel tenere avvinti gli astanti dall'inizio alla fine, senza respiro.
John Miller. Adeguato, sebbene non tanto profondo, ma ha qualche bel momento d'intensità.
Yu Mo. Una delle prostitute. Convinta del ruolo, lo esprime con grande profusione di cuore.
Shu. Una delle giovani allieve e narratrice. Discreta.
Le musiche sono di tale Qigang Chen. Compiono il loro dovere con considerevole influenza.
Qualche lieve pecca di minor conto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta