Regia di Joe Carnahan vedi scheda film
Liam Neeson, mezzo rovinato da una storia sentimentale con strascichi feroci,
lavora per un gasdotto in Alaska. Poi si sposta con un aereo che precipita e insieme ad altri pochi sopravvissuti si ritrova nel bel mezzo di un gelido inferno. Sette piccoli indiani diversissimi tra loro, come da copione, immersi nella neve e circondati da lupi che sembrano geneticamente modificati tanto sono mostruosi. E furbi, intelligenti, vendicativi: l’alfa del branco (ma c’è anche un omega, scopriamo) pare l’orca assassina, e non escludiamo che proprio il film di Michael Anderson con Richard Harris sia stato nell’orizzonte di riferimento degli autori. Dirige Joe Carnahan, già regista dell’ottimo Narc e del pessimo A-Team. The Grey è un B movie che però ha disputato un notevole campionato in serie A, visti i buoni incassi americani, pur basandosi su situazioni e concetti antichi (gruppo composito assediato da minaccia esterna), sviluppati con diligenza un po’ scolastica. Nel senso che tutto funziona perché l’ingranaggio della storia è ben oliato, ma nulla stupisce. Tranne, forse, la centralità degli operai, visti non tanto come emblema di classe ma quali depositari di una fatica fisica destinata ad aumentare tappa dopo tappa, col rischio di ritrovarsi al punto di partenza oppure morti, come nel mito di Sisifo. Se non si è troppo sofisticati, il film è divertente e l’intrattenimento assicurato.
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