Regia di Joe Carnahan vedi scheda film
Partiti per andare a lavorare presso una piattaforma petrolifera in Alaska, un gruppo di operai rimane vittima di un brutto incidente aereo. Il velivolo si schianta in aperta alta montagna e i sopravvissuti, che non hanno provviste né armi, sono anche costretti a vedersela con dei lupi ringhiosi e affamati.
Non si quale sostanza psicotropa abbia assunto il produttore del film per buttare soldi in uno spettacolino così avvilente. Siamo alla fiera del già visto in materia di drammi catastrofici, con tutte i cliché del caso: il leader carismatico (Neeson, che nel film interpreta un uomo rimasto recentemente vedovo, - proprio come è accaduto nella sua vita privata - spedito lì dalla compagnia proprio per salvaguardare gli operai dagli attacchi dei lupi), l'antagonista rompiballe, il sognatore sfortunato, la decimazione dei sopravvissuti, l'accanimento della natura contro questi poveri superstiti. Il regista, che ha già dato forma e firma a un blockbuster come A-Team, pare indeciso tra un horror con effetti speciali risibili (i primissimi prototipi di Rambaldi erano meno meccanici dei lupi di The grey) e il dramma interiore posticcio (il protagonista ha qualche rimorso per una vicenda di malattia della moglie che rimane a dir poco ellittica) con forti quote di machismo. Schematico e didascalico, il film tratto dal racconto Ghost Walker di Ian Mackenzie Jeffers fa rimpiangere persino la trascurabilissima serie di Airport e non ci regala un attimo di bellezza neppure sfruttando le scenografie naturalistiche che fanno da contorno alla vicenda.
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