Regia di Norman Jewison vedi scheda film
Marito ipocondriaco si convince per un disguido di essere in fin di vita e si prodiga per assicurare alla moglie ignara un futuro all’altezza dell’attuale tenore di vita. Al punto di designare anche il proprio successore… La falsa diagnosi è l’equivoco-motore di una commedia garbata, allegramente giocata sul tavolo del fraintendimento, che allude ed ammicca senza mai tracimare, ed apre le danze con un valzer delle coppie che non verrà però mai ballato. Insomma, l’America di Doris Day, della villetta su due piani con giardino e garage, cereali, yogurt e vicinato pettegolo: proprio come in uno spot patinato anni ’50. In questo sta, ad un tempo, il limite e l’attrazione dello spettacolo, di puro impianto teatrale e con uno script elegante, ma datato. L’icona di un certo cinema americano che, se lo si è amato nell’infanzia (della visione), non si ha il DNA per abiurare oggi.
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