Regia di Adam Wingard vedi scheda film
Imbarazzante? Inutile? Scontato? Ridicolo? Non so quale termine sia più indicato per questo film, forse uno solo: brutto.
Ancora una volta la locandina (e la scheda del film qui sul sito) mi hanno tratto in inganno, pensavo di poter vedere un film horror tipo «Them» o «The strangers», invece mi ritrovo a vedere un thriller (perché di questo si tratta), che sembra uscito da una serie televisiva, che dopo solo 20 minuti si capiva già quale voleva essere il «colpo di scena» finale e che quindi colpo di scena non è stato, peccato che ci sono voluti ben 90 minuti per arrivare ad una fine appunto scontata e perciò deludente.
Ma voglio dare un ordine alla mia cocente delusione (fresca fresca all'uscita del cinema), perciò cercherò di non farmi prendere dalla solita acidità che mi contraddistingue quando un film in cui speravo mi delude parecchio.
Prima scena: buona, una coppia fa all'amore e viene uccisa da uno sconosciuto con tanto di maschera e balestra. (Qui ero ancora contenta, ma sono i primi 5 minuti).
Una coppia di «anziani» signori si appresta ad entrare nella loro casa di campagna e trovano la porta aperta, ma non si preoccupano più di tanto (peccato, ci saremmo così risparmiati i seguenti 70 minuti di film) ed entrano. Si capisce che stanno aspettando i loro figli con i rispettivi consorti e fidanzati per festeggiare il loro trentacinquesimo anniversario di matrimonio.
Arrivano i figli: Crispian (sovrappeso e con la barba) e la sua fidanzata Erin, da poco insieme e molto innamorati, poi un fratello antipatico con la moglie, una sorella scemina con il fidanzato regista e infine il fratello minore con una ragazza dal nome strano (Zee) e i modi strafottenti.
I rapporti tra fratelli non sono buoni, Crispian e quello antipatico (non mi ricordo il nome) si azzuffano spesso e si prendono in giro.
Cena: tensione tra fratelli, ancora discussioni... improvvisamente una freccia scocca e spacca il vetro della finestra e uccide il fidanzato regista.
Fino a questo punto il film poteva essere ancora buono, se non fosse stato per una sequenza al rallentatore (l'assassino mascherato che entra dalla finestra) che davvero c'entrava poco e che sottolineava una mancanza di creatività nel costruire la tensione necessaria.
La nota dolente del film sono i dialoghi: imbarazzanti ed improbabili... improbabile che un fratello (antipatico quanto ti pare) possa con una freccia nella schiena, sotto shock per l'aggressione, mettersi a litigare con il fratello «ciccione» su chi è più veloce a correre.
Paura? ansia? Poca... i personaggi sono abbozzati come in un telefilm, quindi si capisce chi deve morire, e per non annoiarmi facevo scommesse con me stessa a quale minuto sarebbe successo (ho vinto quasi sempre).
Il genio dello sceneggiatore ha pensato bene di inserire il personaggio chiave: Erin, la fidanzata del ciccione, che in verità è una supereroina a riposo, che riesce a uccidere, creare trappole casalinghe mortali (eh, si sa che i peggiori incidenti si hanno tra le mura domestiche) suscitando lo stupore nel fidanzato che era all'oscuro di queste sue doti da «giustiziera della notte».
C'è qualche scena cruenta? Sì, anche se hanno poco effetto (tranne che per una tavola chiodata conficcata in un piede che mi ha fatto arricciare il naso), per il resto bisogna portare pazienza e aspettare che muoiano tutti (o quasi, vi lascio con mezzo spoiler) e vedere il «finalone sorpresone» che è uno tra i più noiosi e scontati che la storia ricordi.
Una cosa di rilievo la voglio però menzionare: una scena con un frullatore spappolatore che secondo me entrerà a far parte delle scene scult per gli appassionati.
C'è crisi di idee nel cinema (e non solo), questo è l'ennesimo film che lo dimostra, ancora una volta la famiglia come fulcro dell'orrore, ancora una volta la casa come simbolo del disagio, ma ancora una volta il tema non viene sfruttato come si deve, ancora una volta si ha paura di calcare la mano sul vero problema: perché queste famiglie apparentemente perfette creano mostri? Perché queste case così belle e tappezzate di fotografie di famiglia non rappresentano ciò che mostrano?
Un brutto film, povero di idee, che ha anche la pretesa di lanciare un tormentone da paura: «You're next»... ma di che?
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