Regia di Adam Wingard vedi scheda film
"Sei il prossimo": la minaccia non lascia dubbi né scampo, specie se appare prepotentemente alla vista con una scritta rosso sangue solo a pochi metri dalla persona che ti stava vicino e che ora giace massacrata e inerte a pochi passi da te. Ancora serial killer, ancora maniaci, ancora una volta con la maschera inquietante, raffigurante stavolta specie ovine, la cui figura bonaria e un po' inetta contrasta nettamente con la furia omicida che contraddistingue gli autori del massacro. In realtà appena ci si addentra nei meandri della vicenda si capiscono molte cose e anche che nulla è lasciato al caso in questa furia omicida: che nulla qui ha a che fare con la maniacalità vera, quella psicosi che spinge certi soggetti a cercare le sue vittime a caso.
Al centro della mattanza una famiglia alto borghese che si riunisce nella villa di campagna acquistata con gli ingenti mezzi derivanti dalla liquidazione che il capofamiglia è riuscito a strappare al suo datore di lavoro al momento di congedarsi. Due due genitori sessantenni ancora belli ed in forma, tre figli maschi e una figlia femmina che accorrono a trovarli con i rispettivi fidanzati e fidanzate. Tutti a loro modo dei mostri di acidità, cattiveria e ignoranza, se vogliamo. A cena si prega e si ringrazia Iddio come nelle migliori famiglie, poi subito dopo iniziano i conflitti tra fratelli (come in Festen di Viterberg), interrotti solo da una furia omicida che proviene da un nemico ignoto, fuori e dentro la grande casa, armato di balestre, coltelli e altre armi bianche micidiali. Un massacro annunciato al quale l'abilità del regista riesce a conferire una potenza ed un ritmo concitati in grado di immedesimare e coinvolgere lo spettatore, che ad un certo punto quasi parteggia per gli assassini, tanto sono sgradevoli le vittime: almeno fino al sopraggiungere di un'eroina tra questi, che mette in evidenza doti inaspettate e certo molto nascoste, invertendo quasi i ruoli vittima/carnefice. Mi fermo qui, che forse ho già detto troppo. Tutto si charisce anche prima del tempo. Tutto scorre liscio e a fior di brivido con una conduzione non certo originale, ma certo efficace e da buon horror. Tra le vittime curiosamente appare (e scompare sadicamente per primo) il mitico regista horror Ti West (quello del recente The Sacrament presentato a Venezia), nei panni del fidanzato della figlia, guarda caso regista pure lui (ma di documentari d'avanguardia). Un buon prodottino usa e getta dove spunta, forse, una nuova ed interessante (oltre che attraente) Jamie Lee Curtis.
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