Regia di Filippo Walter Ratti vedi scheda film
Piuttosto scarsa questa versione non dichiarata del celebre racconto di Dickens "A Christmas Carol". Ratti è uno di quei registi irrimediabilmente mediocri, e qui il film posa quasi tutto sulle spalle del bravissimo Stoppa, che era decisamente un grande attore. Ma un attore è troppo poco per tener su tutta la baracca della pellicola. Persino infatti lo stesso Mastroianni, che pure in quegli anni ci regalò alcune chicche, appare svogliato e amorfo. Gli incubi del protagonista sono dispersivi e senza nerbo, e proprio non sembrano incubi. La parte migliore è quella finale, con Stoppa, avaro pentito, che cerca di riparare il male fatto. La voce narrante finale presenta comunque altri problemi: il messaggio è una via di mezzo tra una fede cattolica annacquatissima e una specie di filantropismo o umanitarismo, che tolgono valore e spontaneità al pur positivo messaggio. Se non era per Stoppa gli avrei dato un “mediocre”.
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