Regia di Bruno Oliviero, Gianni Barbacetto vedi scheda film
Milano, Via Castel Morrone, a pochi metri dal Duomo. 10 settembre 2007. Ore dieci del mattino. I boss Pangallo, Trovato, Ausilio, Capone s’incontrano per pianificare un’estorsione. La polizia, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Pm Dottoressa Gravina, filma i quattro uomini da giorni. All’improvviso i mafiosi volgono lo sguardo verso l’obiettivo della telecamera: si sono accorti che qualcuno li sta filmando. MM Milano Mafia, straordinario film d’inchiesta realizzato da Gianni Barbacetto e Bruno Oliviero, attraverso questo fulmineo incipit, ci precipita in una situazione che non ammette repliche. Cosa Nostra opera anche nella capitale della Lombardia. Il guardare verso la macchina da presa significa, infatti, una sola cosa: noi esistiamo. Se dunque il valore di testimonianza civile e politica del film di Barbacetto e Oliviero è innegabile, non va taciuta la sua valenza di puro racconto cinematografico. MM Milano Mafia è un thriller che incalza lo spettatore e che ha il merito di ragionare in termini territoriali rispetto all’affermarsi della criminalità organizzata sul territorio lombardo. Come una mutazione genetica del miglior cinema politico e spettacolare degli anni 70 (Damiani, Petri), il documentario, prendendo inoltre atto delle trasformazioni introdotte dalla narrazione televisiva, dà vita a un racconto potente e stratificato. E, schierandosi, s’interroga su come continuare a fare cinema in Italia oggi.
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