La recensione su Gangster Squad

Era molta l’attenzione rivolta a questo progetto, un po’ per gli echi de “Gli intoccabili”, con il boss losangelino Mickey Cohen al posto di Al Capone ed una squadra creata ad hoc per incastrarlo, un po’ perché il cast prometteva molto bene, con l’incognita legata al regista Ruben Fleischer che aveva diretto due soli film e di stampo assai diverso (oltre che contraddistinti da risultati contrastanti).

Si può tranquillamente dire che non tutto è andato come si sperava.

Nel 1949 Mickey Cohen (Sean Penn) detta legge nei malaffari di Los Angeles controllando anche buona parte delle istituzioni e dei poliziotti.

Per contrastarlo viene istituita una squadra di poliziotti costretta ad operare di nascosto capeggiata dall’inflessibile Jason O’Mara (Josh Brolin).

Più la loro azione procede più gli agenti ed i loro famigliari sono in pericolo, ma non hanno nessuna intenzione di desistere anche perché la posta in palio è sempre più alta.

Gangster Squad (2013): Ryan Gosling, Josh Brolin, Michael Peña, Anthony Mackie

Difficile apporre un giudizio su “Gangster squad” anche se risulta poi assai più immediato dire che non tutto è andato come si auspicava.

Buon dispiego di mezzi, ma il taglio adoperato risente, come poi è giusto che sia, della mano del regista, poco incline a generare un profondo pathos (che esso sia legato alla tensione o alle pulsioni sentimentali) e più a suo agio quando il voltaggio aumenta.

Una forma che non rievoca in pieno il classicismo che da una storia ambientata sul finire degli anni ’40 richiederebbe, e pure consiglierebbe, nonostante alcuni aspetti di rilievo, come i costumi ad esempio, in più la trama presentata si prende alcune licenze che non aiutano, per aver conferma di questo si può vedere l’interessante documentario sulla vita di Mickey Cohen presente nell’edizione blu-ray del film (50 minuti densissimi).

Sicuramente un approfondimento sulla sua figura avrebbe giovato, e ce ne sarebbe stato di materiale da usare (tanto che un film incentrato su di lui avrebbe tutte le carte in regola per essere un cult), si sceglie invece una strada più diretta, ma anche in questo caso si può dire che all’interno di una coralità accentuata meritava maggior peso la relazione tra Jerry Wooters (Ryan Gosling) e Grace (Emma Stone).

Poi certo non ci si perde in convenevoli, ma seppur non vi siano tempi morti si fatica a ricavarne scene di qualità superiore (delle quali invece l’accostato “Gli intoccabili” ne è colmo).

Gran lavoro invece sul casting per quanto qualcosa sia comunque opinabile; Sean Penn non somiglia per nulla al Mickey Cohen originale nonostante un make up pesante, ma riesce ad essere truce (ad ogni modo non si riportano altri aspetti del Boss come il fatto che si lavasse tantissime volte le mani per fobia), Josh Brolin ha la fierezza e un timbro vocale robusto (in versione originale ovviamente), Ryan Gosling non è certo alla sua miglior prova, ma può far comunque meglio di molti altri, Emma Stone non può incidere visto che la storia del suo personaggio ha pochissimi acuti (e con diverse scene tagliate, vedasi sempre gli extra del blu-ray) con poi tanti altri nomi di supporto, come Giovanni Ribisi, Mireille Enos, Michael Pena, Sullivan Stapleton, Robert Patrick e Nick Nolte nei panni di Bill Parker, colui che diede vita alla squadra.

Insomma, non manca la ricchezza nelle intenzioni, ma i risultati sono assai meno determinanti, il “gangster movie” è un filone sicuro (tanti grandi film, pochissime scivolate), ma questa volta non si riesce ad andare oltre un lavoro medio che scorre piuttosto bene, ma che non riesce ad incidere come una storia di questa caratura avrebbe potuto fare.

Solo passabile.