Regia di Géla Babluani vedi scheda film
Rifacimento da parte di Gela Babluani del film che in qualche modo gli ha permesso di farsi un nome nel circuito cinematografico di nicchia (e non solo evidentemente) e questa volta ha alle spalle una produzione importante che gli ha messo a disposizione un cast eterogeneo.
Operazione che nulla aggiunge, e che poi non è stata nemmeno particolarmente fortunata (per esempio da noi è arrivato con gran ritardo e direttamente nel mercato home video), che come merito principale avrebbe quello di far venir voglia di scoprire l’originale e che comunque in definitiva la sua parte la fa, pur senza particolari encomi.
Vince Ferro (Sam Riley) e la sua famiglia sono economicamente alle strette quando il ragazzo scopre una possibilità per procurarsi i dollari necessari per rimettere tutto in carreggiata.
Finisce però imbrigliato in un “gioco” ad eliminazione nel quale quasi solo la fortuna può salvarti ed anche qualora tutto andasse a buon fine i personaggi che ci sono intorno non garantiscono certo oasi di pace.
Proverà in tutti i modi a compiere la sua missione.
Manca inevitabilmente la sorpresa in un film come questo che ne ricalca pedissequamente un altro, ma in ogni caso non manca la tensione, che anzi in alcuni frangenti tocca culmini piuttosto elevati, e soprattutto chi non conosce la fonte di ispirazione potrebbe esserne maggiormente colpito.
La narrazione viaggia su un filo teso e vanta oltre che alcuni aspetti pecuniari (come un certo approfondimento di personaggi secondari come quelli interpretati da Ray Winstone e soprattutto Mickey Rourke) anche quelle variazioni di passo che non guastano mai, come per esempio quanto accade subito dopo la fine del gioco al massacro.
Si entra così anche in simbiosi con Vince che vede avvicinarsi e poi allontanarsi la sua “vittoria” personale (in bilico tra la vita e la morte, ma con obiettivi più alti), d’altro canto, a demerito del film, alcuni personaggi vengono persi di vista (mentre Statham ritorna, Rourke e i responsabili scommettitori finiscono proprio nel nulla) e anche per questo il finale, per quanto sicuramente suggestivo e da groppo in gola, lascia parzialmente insoddisfatti.
In definitiva rimane un prodotto più che onesto, ma per forza di cose non essenziale.
Teso, ma superfluo.
Operazione "alimentare" realizzata con un certo talento, ma l'appuntamento più importante per lui sarà il prossimo col cinema quando dovrà confermare di essere un regista dotato.
Non lascia una traccia evidente pur non sfigurando.
Sufficiente.
Si perde tra i tanti.
Sufficiente.
Sufficiente.
Tra i tanti è tra quelli che riesce a regalare qualche soddisfazione in più.
Tosto ed in parte.
Non è chiamato a fare la differenza, ma ancora una volta il suo volto evidenzia un personaggio "contro".
Ed in questo è comunque una garanzia di qualità.
Anche lui se la cava piuttosto bene.
Sufficiente.
A lui il peso del protagonista.
Mostra una buona determinazione anche se non ha la presenza del protagonista in grado di fare la differenza fino in fondo.
Più che sufficiente.
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