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Breve film sull'amore o Non desiderare la donna d'altri

Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film

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La recensione su Breve film sull'amore o Non desiderare la donna d'altri

di Aquilant
8 stelle

Il cannocchiale è puntigliosamente puntato sullo stesso obiettivo, l’angusto mondo dell’attraente ragazza del palazzo di fronte, fatto di disadorne stanze e di squallidi incontri. Il giovane Tomek nello scrutare le aggraziate forme di lei succintamente esposte al bramoso campo di visuale avverte la sensazione di poter abbracciare tutto il mondo con la forza dello sguardo. Il livello di percezione mentale dell’intruso sembra espandersi a dismisura nel penetrare con machiavellica perseveranza la privacy di Magda, il suo recalcitrante oggetto privato del desiderio. Ma Tomek non si accontenta di rimanere passivo spettatore. A guisa di un capriccioso demiurgo si ingegna ad imbastire disturbanti situazioni di rottura onde garantirsi l’esclusività del possesso della preda, fino al momento in cui la situazione sfocia ineluttabilmente in tragedia. Totale fallimento di una cieca incoscienza costretta a pagare un pesante pedaggio a permissivi voli di fantasia.
L’opera fa parte di un progetto di dieci lungometraggi di un’ora ciascuno girati da Kieslovski per la televisione polacca, ognuno dei quali si riferisce ad un determinato comandamento. Il regista si riserva la facoltà di dilatare i tempi di alcuni di questi film ad uso e consumo delle sale cinematografiche ed a questo proposito realizza due versioni lunghe: “Breve film sull’uccidere” (Decalogo 5) e “Breve film sull’amore” (Decalogo 6, ma con un finale più conciliante), titolo maldestramente ed impropriamente mutato in “Non desiderare la donna d’altri” dai distributori nostrani allo scopo di attirare sprovveduti spettatori domenicali con velleità voyeuristiche. Altri progetti, specialmente riguardanti il Decalogo 9, uno dei più articolati dell’intera serie, sono rimasti in seguito lettera morta.
Questa versione lunga costituisce un buon motivo per penetrare nuovamente nel cuore di un’equivoca e spiazzante storia, sicuramente la più ammiccante dell’intero Decalogo. Amara descrizione di un deviante desiderio incentrato su un pruriginoso itinerario di strisciante ambiguità e sotterranea premeditazione, manifestato e portato a realizzazione in modo abborracciato e destinato alla lunga a scontrarsi col substrato nascosto d’una realtà che non lascia alcun margine di spazio alla sublimazione di sentimenti idealizzati.








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