Regia di Gustav Hofer, Luca Ragazzi vedi scheda film
Bell'esempio di filmetto a basso costo e ricco di idee, questo Italy: love it or leave it; bello soprattutto per come i due protagonisti-autori-registi sanno formare una divertente coppia comica (Gustav serioso e risoluto, Luca faceto e indeciso; il primo è il clown bianco, il secondo l'augusto della situazione) in grado di conferire la giusta patina di (auto)ironia a un lavoro che getta sul piatto tematiche scabrose e imbarazzanti. Dalla disoccupazione alla mafia, dalla politica magnaccesca berlusconiana ai rifiuti in Campania, ce n'è per tutti in questi ottanta minuti on the road attraverso una nazione flagellata da malagestione governativa, crisi economica e ottusità televisivamente propagandata e inculcata; traspare evidente l'amore per questa terra da parte degli autori, così come non c'è alcun dubbio che la tentazione di abbandonare il suolo arido italiano in cerca di miglior fortuna 'in qualsiasi altrove' è però più che una provocazione, è un pensiero accarezzato realmente. Ma questo dell'emigrazione è un dibattito generazionale in atto ormai da una decade e che nessuno ha mai finora pensato di portare al cinema: onore al merito di Hofer e Ragazzi, quindi, che per giunta hanno realizzato un lavoro in fortissima controtendenza in un panorama cinematografico ormai letteralmente infestato dall'argomento immigrazione (pur interessante e pulsante, ma si pensi a quanti film nostrani ne parlino, in primo o in secondo piano, e si consideri che finora nessuno ha mai rivoltato la questione dal punto di vista opposto: e se ce ne andassimo noi?). E' questo il secondo documentario della coppia, che aveva esordito nel 2008 con Improvvisamente l'inverno scorso, sulla tematica delle unioni fra omosessuali, vincitore anche di un premio minore a Berlino. Per Italy non sono invece arrivati premi internazionali, ma perlomeno c'è stata una co-produzione Rai. 6,5/10.
Gustav e Luca, giovani promettenti eppure senza speranze, si chiedono cosa non vada nell’Italia di oggi, priva di possibilità e di meritocrazia; i loro amici sono emigrati all’estero in massa e la tentazione di andarsene è forte anche per i due. Che decidono quindi di darsi sei mesi di tempo per pensarci: partono con una vecchia macchina scassata in giro per lo Stivale, per capire cosa c’è rimasto da salvare nel Paese.
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