Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Francesco è un reduce della guerra che quando torna al suo paesino tra i monti della Ciociaria non trova più il suo gregge, che costituisce per tutti gli abitanti l’unica forma di sostentamento. Antonio prepotente pastore della comunità si è appropriato delle sue pecore e della sua donna che sta per sposare. Francesco si riprende il maltolto ma finisce in carcere, da dove evade deciso a vendicarsi.
Melodramma di De Santis che, come al solito nei suoi film, mescoli diversi generi, atmosfere e riferimenti.
Si rifà ai western Hollywoodiani e mantiene un atteggiamento di lotta di classe, usa musiche popolare e colte, dialetto e lingua elaborata. Nell’incipit De Santis introduce il film, rivelando di essere nato proprio in quel paese e di conoscere bene le condizioni di vita degli umili, una chiara citazione al Visconti di La Terra Trema.
Un film complesso nei suoi intenti e nella sua realizzazione, che oltre alla lotta di classe, esplicitata dal finale in cui tutti i pastori inneggiano all’unità come unica forma di contrasto all’oppressione, vede un conflitto amoroso lacerante, con donne che cambiano “proprietario” e familiari che passano al nemico. La disperazione e i bisogni impellenti guidano tutti nelle loro scelte, fino a che un evento importante rompe questo copione e accende una nuova consapevolezza
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