Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
In un paese della Ciociaria un giovane, tornato dalla guerra, si oppone a un prepotente, arricchitosi con speculazioni, che gli ha rubato le pecore, gli ha tolto la fidanzata e ora lo fa andare in galera e gli seduce pure la sorella. Vendetta tremenda vendetta. Per essere un melodramma popolano, la recitazione è troppo teatrale ed enfatica (brechtiana, dicono i dizionari); i protagonisti risultano poco credibili (la Bosé potrebbe fare la pastorella soltanto in un presepio); ci sono fastidiosi cedimenti al folklore (donne che interrompono la raccolta delle olive per mettersi a danzare, ma quando mai?); la voce off e la colonna sonora si prendono troppo spazio. C’è qualcosa di buono (il personaggio del ladruncolo napoletano, compagno di fuga di Vallone), ma il film non vale la metà di Due soldi di speranza.
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