Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Una sensualissima Lucia Bosè, insieme all'altro "bellone" Raf Vallone, sono i protagonisti di un buon film che segna un ipotetico passaggio di consegne tra il neorealismo e il melodramma misto a commedia degli anni '50
Dramma a suo modo epico di De Santis (che introduce al film personalmente come voce fuori campo), "Non c'è pace tra gli ulivi" rispecchia pienamente il passaggio dal cinema neorealista, di cui porta comunqe più di una traccia, a quello melodrammatico tanto in voga negli anni '50. Pur non essendo pienamente espressione dell'una come dell'altra corrente, una sostanziale originalità nel modo di girare (con sapiente uso della profondità di campo) e del recitare senza eccessi dei due protagonisti (i "belloni" del momento Raf Vallone e Lucia Bose') ne fanno un film che merita indubbiamente almeno una visione, restituendoci anche una descrizione molto fedele di quell'Italia rurale che usciva dalla guerra ancora intrisa di un'arcaica concezione sia dei rapporti di coppia che delle dinamiche legate al possesso della terra e delle bestie come legittimizzazione sociale. Cosi' il protagonista, condannato ingiustamente per un furto di pecore che erano sue prima della guerra, troverà l'appoggio del Paese quando deciderà di tornare, vendicarsi nei confronti del ladro di allora e riprendersi non solo le proprietà ma anche la donna amata (una sensualissima Lucia Bosè, soprattutto nella scena del ballo tra gli ulivi).
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