Regia di Ken Scott (II) vedi scheda film
Nella Bibbia sta scritto: «Non disperdere il seme». David Wozniack, nei suoi 20 anni ha fatto sicuramente di meglio: l’ha donato a una banca, in cambio di soldi facili con cui nutrire quel tanto che basta la propria pigra deriva tardoadolescenziale. Oggi, che di anni ne ha 40, è rimasto tale e quale: precario nella macelleria del padre, inaffidabile nelle questioni di cuore (una stanca compagna donna di legge con un figlio in arrivo), allergico alla parola responsabilità, David ha semplicemente sostituito lo smercio di sperma alla coltivazione idroponica di marijuana. Fino a quando, sorpresa!, 142 persone non scoprono di avere un unico padre biologico. E si mettono in cerca del donatore di seme chiamato Starbuck, genitore di un totale di 533 ventenni. Un’altra commedia di formazione tardiva maschile (con tanto di aut aut etico finale), ma dal Canada: il tasso di volgarità non è lo stesso che in Usa, la scrittura appare più sottile, e se certe gag e battute confermano stato di grazia e acume puntito, le dinamiche sono elementari e semplicistiche, l’aria grossolanamente buonista, tra facile poesia sentimentale e morale conservatrice. Da noi con 2 anni di ritardo, è stato un successo commerciale anche fuori Canada. Steven Spielberg ha commissionato a Ken Scott un rifacimento americano, già pronto: Delivery Man, con Vince Vaughn protagonista, esce nelle sale italiane il prossimo 28 novembre.
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