Regia di Ken Scott (II) vedi scheda film
Parte in quarta la commedia canadese di gran successo in patria e in Francia. Le vicissitudini di un quarantenne immaturo inconcludente ma di gran cuore riescono immediatamente a farci immedesimare nel macellaio affascinante ma bambino che non ne combina una giusta. Figurarsi quando viene a sapere che pressoché tutte le sue donazioni di sperma, effettuate per guadagnarsi qualche soldo un ventennio orsono, sono andate a buon fine grazie alla propria accentuata fertilità e al fatto che la clinica ove ha "deposto" la sua "semenza", per risparmiare ed andare sul sicuro, lo ha spremuto ed utilizzato in via esclusiva, in barba ad ogni principio o regola in tema di inseminazione artificiale. Insomma Starbuck, questo il nick del super-donatore misterioso, si ritrova padre di 533 individui, la maggior parte dei quali desideroso di venirne a conoscenza del proprio super padre-donatore. A questo punto subentra nel film un personaggio secondario, ma a mio giudizio in fondo il più riuscito di tutta la pellicola: l'amico avvocato del protagonista, ovvero un tempo avvocato prima che lo cancellassero, almeno temporaneamente, dall'albo per chissà quale pasticcio. Costui, pingue ed imbranato padre di quattro figli vivaci ancora da crescere, dà vita al personaggio più comico e divertente di tutta la pellicola, un cialtrone inconcludente comicamente dipendente da una madre di fatto invisibile (nel film) ma onnipresente come una spina nel fianco per lo scellerato personaggio. Battute a raffica, ironia e momenti davvero riusciti non appena appare e riappare sullo schermo, soprattutto in occasione del suo discorso finale intervistato dalla stampa, che gli dà modo di rovinarsi con le sue mani, anzi con l'avventatezza della sua parlantina senza freni. Peccato poi che il film debba presto accantonare questo personaggio per concentrarsi sul protagonista che, virando il suo personaggio sul lato sentimentale, quello del padre che cerca di conoscere sotto mentite spoglie i suoi figli naturali (per lo più giovani problematici, sfigati o con gravi problemi) finisce per svilire inevitabilmente la consistenza promettente della commedia, indebolendo nel suo complesso il prodotto e vanificando parte delle sue brillanti premesse. Senza contare poi che tutti questi figli naturali dai mille problemi, fisici o psocologici, costituiscono un caso anche statisticamente difficile da accettare, forse anche a livello etico, se solo fosse il caso di soffermarci un pò seriamente sulla questione, andando quindi molto al di là delle premesse e delle promesse di una pellicola leggera che non vuole né può ambire a riflessioni più serie. Quindi non è proprio il caso di chiedersi come mai pressoché tutta la gamma di figli naturali di Starbuck soffra di gravi problematiche di varia natura, come se l'essere figli di padre ignoto possa essere una discriminante rispetto ad una nascita condotta in modo più naturale. Ma tutto ciò è solo un pensiero, probabilmente fuori luogo se ci si vuole semplicemente rilassare con una commedia garbata, dolceamara e in fondo gradevole.
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