Regia di Ken Scott (II) vedi scheda film
Ci sono giorni in cui sei così triste, ma così triste, che per lenire la sofferenza saresti anche disposto a una retrospettiva dei film di Oldoini e Parenti messi insieme. Il problema è che più la commedia è scema, più il risultato è mancato e lo stato d'animo peggiora. Non sfugge alla regola questo film canadese, saldo di fine stagione (in patria è uscito nel 2011) che parte bene ma finisce malissimo.
Nel 1988, poco più che ventenne, per raggranellare qualche soldo, David Wozniak (Hard), con lo pseudonimo di Starbuck, per un po' si era messo a fare il donatore di sperma. 23 anni più tardi un centinaio dei suoi 533 figli in provetta - rancorosi in quanto frutto "della masturbazione in barattolo" anziché di una notte d'amore - intentano una causa contro la clinica che vendeva il seme dell'uomo, peraltro chiedendo che sia rivelata l'identità del donatore. David/Starbuck, che è indebitato fino al collo, si muove goffamente tra esperimenti da angelo custode (è la parte più riuscita del film) e controffensive legali. E nel frattempo aspetta anche il suo primo vero figlio...
Nella prima mezz'ora le situazioni sono paradossali e ci scappa anche qualche risata. Ma dopo il film fila dritto verso un finale telefonatissimo, nel quale l'apologia della famiglia diventa debordante e il messaggio di fondo (schierato contro la fecondazione eterologa) emerge in tutto il suo conservatorismo.
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