Regia di Frédéric Jardin vedi scheda film
Una notte da predoni. Sciacallaggio parigino grondante corruzione e rese dei conti fra gang rivali e ambigue forze dell’ordine. Un gioco al massacro lungo un giorno in cui il confine fra bene e male svanisce a vantaggio dell’ancestrale istinto di sopravvivenza. Un colpo andato male, un rapimento di minore come rappresaglia e poche ore notturne per sistemare le cose. Tutti contro tutti in un frenetico alternarsi di doppi giochi senza eroi ma in quale spicca la figura di un padre disposto a tutto pur di salvare l’innocenza e la vita del figlio preso come ostaggio. Polar asciutto e senza fronzoli, molto fisico e ritmato, sviluppato in una corsa contro il tempo che conta non più di cinque location tra cui un club di “Manniana” memoria in cui ha luogo la maggior parte dell’azione. Ben girato e montato con particolare attenzione per il realismo nelle sequenze più movimentate, vanta un paio di inseguimenti a piedi (con ostacoli) di magistrale fattura. L’ennesimo esempio di come la cinematografia di genere venga presa sul serio oltralpe, investendo idee e talento in un filone cinematografico che continua ad appagare palati assai più sofisticati dei nostri.
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