Regia di Gareth Evans vedi scheda film
La trama di 'The Raid' è a dir poco scheletrica: a Jakarta, una squadra della polizia assalta un palazzone fatiscente dove si annida un delinquente protetto dalla sua gang; sarà una lotta senza esclusione di colpi, che terminerà con una carneficina e lo sterminio pressoché totale delle opposte fazioni in lotta.
Il titolo originale, 'Serbuan maut', significa irruzione mortale ed è ben più pertinente e pregno di significato di quello scelto a livello internazionale, abbastanza generico.
Il film è uno strano ibrido tra il poliziesco e il film di arti marziali - genere molto popolare nei mercati cinematografici orientali ma con parecchi estimatori anche in Occidente - che la sceneggiatura combina con qualche affanno, con personaggi - sia tra i buoni sia tra i cattiv(on)i - tagliati con l'accetta, che culminano nella figura del boss, un cattivo dai tratti fumettistici, compensati dalla messa in scena parossistica di Gareth Evans, regista gallese avvezzo a tale genere e in questo caso anche autore del concitatissimo montaggio.
Dopo l'incipit, in cui il ritmo è dilatato per creare suspence, si assiste all'esplosione incontrollata della violenza, mediante l'uso delle armi prima e successivamente all'impiego di arti marziali, con combattimenti estenuanti, resi con indubbio talento visivo e coreografico, ma a volte con un eccessivo ricorso alla macchina a mano: uno dopo l'altro, si assiste all'assottigliamento dei membri dei gruppi contrapposti, con ingenti perdite da una parte e dall'altra fino alla risoluzione finale, con colpo di scena incluso.
Si è parlato di echi carpenteriani, con il riferimento al capolavoro 'Distretto 13' per il tema dell'assedio e io ci metterei anche il sottovalutato 'I trasgressori' di Walter Hill per il fatto di ambientare tutto il film in un luogo circoscritto, ma tali paragoni, se dal punto di vista tematico possono essere condivisibili, dal punto di vista dell'esito artistico mi paiono esagerati: 'The Raid' è un discreto film d'azione e nulla più.
Troppo semplici i profili psicologici degli attori della contesa e alcune banalità - i poliziotti si fanno quasi tutti impallinare come dei tordi e, in compenso, uno sgherro del boss particolarmente coriaceo non muore nemmeno con un coltello ben piantato nel collo e continua imperterrito a combattere fino allo sfinimento - riducono non di poco l'esito complessivo della pur interessante opera di contaminazione.
Voto: 6,5.
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