Regia di Jean Vigo vedi scheda film
Dieci minuti appena per questo che è il secondo film, ancora un cortometraggio, per la regia di Jean Vigo. Appena ventiseienne, il cineasta francese ha le idee chiare e la sua concezione del cinema è percorsa da una gran voglia di sperimentare: è così che nascono sequenze tutt’altro che scontate (nonostante si tratti di un lavoro ‘promozionale’, creato ad hoc per incensare un campione di nuoto, della durata di una manciata di minuti) come quelle composte da sovraimpressioni, ralenti e pellicola mandata all’indietro (Taris si tuffa e torna indietro, come risucchiato, per ritrovarsi daccapo sul bordo della piscina). Ma la tecnica più impressionante usata da Vigo per questo film è quella delle riprese subacque, decisamente all’avanguardia per i primi anni ’30 (e che saranno poi riutilizzate nell’Atalante per gioia e orgasmo di Ghezzi). La voce del narratore esterno spiega i movimenti del nuotatore e rimane sempre piuttosto neutra, limitandosi a illustrare le prodezze e le tecniche dell’atleta; tutto è pronto perché Vigo si dedichi a progetti ‘sulla lunga distanza’ e infatti il suo successivo lavoro sarà il mediometraggio Zero in condotta (1933). 7/10.
Jean Taris, campione di nuoto, filmato da Jean Vigo mentre si esercita in piscina.
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