Regia di Jean Vigo vedi scheda film
A PROPOS DE ... JEAN VIGO
Jean Taris fu un nuotatore olimpico francese due volte medaglia d'oro alle olimpiadi del 1934, e rivale di Johnny Weissmuller, il Tarzan più famoso della Hollywood della prima metà del '900.
Commissionato per la sezione sportiva Le journal vivant, questo breve documentario permette a Jean Vigo di sperimentare tecniche di ripresa per quei tempi innovative e rivoluzionarie, che gli verranno bene in seguito nella realizzazione del suo capolavoro, nonché unico lungometraggio, l'indimenticabile e struggente L'Atalante.
Il film si concentra sul corpo atletico del nuotatore e ne studia approfonditamente le movenze, le tecniche con cui l'atleta riesce a fondere il suo fisico con la superficie dell'acqua e la massa che gli viene imposta di spostare col suo movimento.
Il regista si esibisce in ralenti virtuosi, riprese ravvicinate, tuffi ripresi anche al contrario dall'acqua al trampolino, ed immagini subacquee che in quel periodo - invero assai delicato per il cinema - tutto concentrato nel suo periodo di transizione dal muto al sonoro - figuravano, e paiono ancora oggi, come autentiche prodezze di direzione.
L'acqua finisce già in questo breve secondo film dell'autore, per acquisire un ruolo di madre protettrice, entro la quale il corpo completamente a suo agio dell'atleta, ritrova un ambiente familiare che probabilmente lo riporta allo stadio del concepimento, regalando alla persona non solo la motivazione per primeggiare, ma anche quella serenità che solo la presenza materna finisce per garantire alla giovane creatura vivente; tutta una tematica che verrà ripresa e resa ancor più poetica nel già accennato e meraviglioso L'Atalante, capolavoro con cui Vigo concluse in modo troppo prematuro la sua carriera cinematografica eccelsa, così come la sua vita terrena.
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