Regia di David Hare vedi scheda film
L’intrigo è avvincente perché racconta di documenti molto riservati del servizio segreto MI5 che riguardano il primo ministro britannico e da qui ne deriva una lotta tra poteri. La sceneggiatura è molto affascinante.
Interessantissima opera di intrecci complicati tra spionaggio e politica. Finalmente una vera occasione per Bill Nighy, qui vero protagonista con un personaggio di spia lontano dagli schemi concepiti dai film d’azione: qui la spia si fa con il cervello e le idee, azione poca se si eccettua una intrusione in un appartamento con relative foto.
L’intrigo è avvincente perché riguarda notizie molto riservate del servizio segreto MI5 che riguardano il primo ministro britannico e da qui ne deriva una lotta tra poteri. La sceneggiatura è molto affascinante soprattutto nei colloqui che si svolgono tra alti esponenti del servizio segreto e lo staff di un ministro, momento in cui maggiormente si può apprezzare lo stile tipicamente inglese della recitazione e l’aplomb britannico di alcuni degli attori, a cominciare dal personaggio principale Johnny Worricker (Bill Nighy) e il fantastico Michael Gambon nella parte del n.1 del MI5, unica persona di cui si può fidare il protagonista in un mondo dove nessuno è affidabile. Come al solito bella e brava Rachel Weisz nei panni di una misteriosa coinquilina di Worricker.
Film eccellente che ha subito una ingiusta sottovalutazione a causa dell'assenza dalle sale e dal fatto che attualmente non è ancora andato in onda in TV se non in ore notturne.
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