Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Per un’imprevedibile congiuntura internazionale un ittiologo inglese si trova costretto a collaborare a un progetto per introdurre la pesca al salmone nello Yemen (come da titolo originale; ma tutto sommato quello italiano rende meglio il senso della storia): impara così ad apprezzare l’emiro locale, pescatore appassionato come lui, e soprattutto la sua bella incaricata d’affari. Continuo inesplicabilmente a voler bene a Lasse Hallström, nonostante il suo progressivo annacquamento: un po’ perché ho un ottimo ricordo dei suoi primi titoli, un po’ perché sembra sempre consapevole di fare film più stupidi di quanto sarebbe capace. La trama strampalata accumula tutte le banalità che ci si possono aspettare: uno sceicco saggio, tollerante e con illimitate risorse economiche; integralisti da operetta che preparano attentati; una vicenda sentimentale messa lì per dovere d’ufficio e condotta con faciloneria. Ewan McGregor ha l’aria simpatica, gli occhi di ghiaccio di Emily Blunt sono un motivo sufficiente per vedere qualunque film, ma la parte migliore ce l’ha sicuramente Kristin Scott Thomas, funzionaria governativa cinica e sarcastica che chatta con il primo ministro e sa benissimo che i politici sono un branco di idioti.
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