Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Praticare la pesca al salmone nello Yemen. Può esistere un progetto più strampalato? Eppure è in questo che il governo britannico intravede la notizia giusta per distrarre l'attenzione pubblica dagli imbarazzi di una politica interna (ed estera) fallimentari. Un diversivo, allora perché non assecondarlo? Lo sceicco promotore ne fa ovviamente una missione di fede, lo staff del primo ministro inglese ne fa invece una semplice scappatoia. Compromesso politico, investimento religioso. Nel mezzo scorre una storia d'amore fra sognatori.
Il cinema di Lasse Hallstrom è universalmente conosciuto per risvolti strappalacrime, abusi retorici e sovradosaggi di melassa. Ne "Il pescatore di sogni" ritroviamo puntualmente il tutto ma fortunatamente in compagnia di un soggetto più ampio - del resto il film è tratto da un signor romanzo firmato Paul Torday - che permette allo spettatore di non farsi fagocitare dall'ennesima schermaglia alla Nicholas Sparks. C'è spazio quindi per cogliere la bellezza delle ambientazioni arabe o la feroce ironia del personaggio interpretato da una perfida (ma sempre grande) Kristin Scott Thomas. La stessa regia risulta meno statica del solito e, grazie ad un'ottima fotografia, riescono a rimanere impresse anche un paio di sequenze, come ad esempio quella del bacio sul pontile con l'elicottero da guerra che irrompe in scena a bassa quota. Certo le forzature romantiche sul finale e l'atmosfera un po' troppo artefatta dell'intera vicenda influiscono sulla piena riuscita della pellicola ma il risultato si può tutto sommato definire gradevole. Un po' come la sintonia che va via via instaurandosi fra Ewan McGregor ed Emily Blunt: gradevole ma non entusiasmante.
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