Regia di Bradley Kaplan, Albert Maysles vedi scheda film
Sorpreso dall'attacco alle torri gemelle, l'11 settembre 2001, mentre stava per decollare dall'aeroporto di New York, Paul McCartney decide immediatamente di assemblare un cast eccezionale di artisti per una serata benefica e commemorativa di quei tragici fatti e delle relative vittime.
Non è il classico film-concerto, anzi: questo documentario del navigato Albert Maysles (celebri i suoi lavori per i Rolling Stones, ma anche su Brando, Capote, i Beatles, fin dagli anni Sessanta) e dal giovane collega Bradley Kaplan è la testimonianza del dietro le quinte di un evento di rilevanza planetaria e dal cast artistico irripetibile: la serata in onore e memoria dei caduti dell'11 settembre 2001. Paul McCartney ebbe la scintilla organizzativa iniziale e moltissimi colleghi del mondo dello spettacolo accettarono volentieri di comparire, da Elton John a Bon Jovi, da James Taylor ai già citati Stones, passando per Jim Carrey, Eric Clapton, Edward Stern, Billy Cristal e via dicendo, tanto che nei cento minuti di questo film non compare che una piccola parte di quell'elenco smisurato. Oltre a qualche doverosa sequenza live, The love we make - titolo preso a prestito dalle ultime parole dell'ultima canzone dell'ultimo disco registrato dai Beatles, il pezzo è The end e lo scrisse proprio Paul - segue il Macca a zonzo per New York e mentre incontra i fans per strada oppure personaggi del calibro di Bill Clinton o Pete Townshend, quest'ultimo per le prove dello show (sì, nella lunga lista qui sopra mancavano anche gli Who... fra gli altri). Il bianco e nero scelto per le immagini restituisce la purezza, l'ingenuità (naif) se si vuole, che sta dietro a tutta l'operazione del Concert for New York City. 6/10.
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